San Francesco nella filatelia
Storia filatelica sul santo d’Assisi
Una lettera, una comunicazione da affidare alla posta. Il gesto della penna che scrive l’indirizzo del destinatario e, dietro alla busta, il mittente. Gesti che nell’era digitale sembrano quasi dimenticati, sorpassati ormai da un click: “posta inviata”, questo il messaggio che compare sulla schermata della home della nostra posta elettronica. Ma le lettere ancora conservano quella loro intramontabile bellezza che sa di antico. Non ci siamo del tutto disabituati a spedire questo carico di emozioni, di sentimenti grazie a quella che gli antichi romani chiamavano “epistola”. Ma per inviare la busta contenente parole, immagini, riflessioni del nostro animo, c’è bisogno dell’immancabile francobollo, valido e necessario strumento affinché la lettera arrivi a destinazione.
Francobollo, “carta-valore emessa da una autorità emittente riconosciuta dall’Unione Postale Universale, rappresentante la prova del pagamento anticipato di servizi di corrispondenza”: questa, la dicitura ufficiale per spiegare cos’è un francobollo. Ma non ci si può fermare a questa fredda descrizione, certo. Il francobollo è qualcosa di più. In fondo, potrebbe essere considerato una sorta di opera d’arte viaggiante, se vogliamo. Istoriato, sempre da immagini, il piccolo pezzetto di carta gommato sul retro, fin dalla sua origine, ha rappresentato anche la trasmissione di culture e storie diverse. Da un semplice francobollo si può risalire a fatti storici, oppure a personaggi che nella storia hanno agito; oppure ad opere d’arte che nella loro affascinante bellezza hanno raccontato pittori, uomini politici, santi e pontefici. In poche parole, i francobolli possono considerarsi delle piccole enciclopedie.
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In Italia il francobollo fece la sua prima comparsa il 1 giugno del 1850, quando il Regno Lombardo-Veneto emise la sua prima serie denominata "Aquila Bicipite". Nel giro di pochi anni anche gli altri stati italiani preunitari si dotarono di francobolli: il 1 gennaio 1851 il Regno di Sardegna diede alle stampe la sua prima serie. Vi era impressa l'effigie di Vittorio Emanuele II.
Volti e nomi, su un francobollo. E fra questi, nella storia filatelica, non poteva mancare - certamente - il "nostro" Francesco d’Assisi, icona della Chiesa, icona dell’Italia. Innumerevoli volte, infatti, il Poverello di Assisi è comparso sopra una lettera, una spedizione. Fare una stima mondiale, sarebbe impresa alquanto ardua. Cerchiamo di passare in rassegna, allora, le più importanti emissioni che vedono il santo d’Assisi protagonista.
“Centesimi 20”, così è scritto sopra il francobollo emesso dal Regno d’Italia nel 1926. San Francesco, pellegrino in Terra Santa. A destra del francobollo un San Francesco inginocchiato, con le mani tese verso Gerusalemme. A sinistra, in lontananza, la Terra Santa appunto, sormontata da tre croci che emanano raggi di luce che invadono il santo e tutto il francobollo. C’è poesia e spiritualità in questo piccolo “pezzetto di carta”. C’è arte in miniatura, perché – pur per le sue piccole dimensioni – il francobollo è assai curato nei particolari. Rimangono impresse nella memoria soprattutto le mani, quelle mani tese verso la Città Santa che esprimono tutta la vis drammatica della scena.
In occasione dell’ottavo centenario della nascita di San Francesco, la Repubblica Italiana emette, nel 1982, un francobollo dal valore di lire 300, raffigurante San Francesco che riceve le stimmate tratto da un dipinto di Pietro Cavaro (XVI secolo), conservato nella chiesa di San Francesco a Oristano. Una posa plastica delinea il santo di Assisi che, dipinto in color vinaccia-sanguigna, è colto nel ricevere i segni della sua vicinanza a Cristo crocifisso. Il contrasto con lo sfondo che illustra il monte del La Verna, è di grande impatto, visto soprattutto il color blu dominante delle linee campestri.
E sempre legato al luogo del La Verna, è il foglietto del valore di euro 3,50 che la Repubblica di San Marino emette, nel 2013, in occasione dell’ottavo centenario della donazione del monte, da parte del conte Cattani di Chiusi, a San Francesco. Sullo sfondo, l’antica cartina topografica, dell’epoca. Ai quattro angoli, gli stemmi delle casate dei proprietari delle terre. Poi, l’immancabile Tau, simbolo francescano per eccellenza. La scena clou è al centro: la donazione del monte del La Verna, da parte del Conte Cattani. Il suo castello sullo sfondo, recante la celebre frase del Santo: “Tanto è il bene ch’io aspetto ch’ ogni pena m’è diletto”.
Nel VII Centenario francescano, il Regno d’Italia, emette un francobollo del valore di lire 1,25, rappresentante San Francesco morente, con accanto i suoi amati fratelli. Uno scarno muro di mattoncini è sullo fondo, e le tavole di legno fanno da pavimento alla scena che conserva – nel color azzurro dell’inchiostro di stampa – un aurea divina, eterea. Le figure, quasi giottesche per disposizione e resa scenica, sono otto, compreso San Francesco. Tutte quante hanno un qualcosa di statico e allo stesso tempo di drammatico. Un ossimoro che rende il francobollo un bellissimo “pezzo” da collezione.
Fra gli ultimi francobolli, va sicuramente ricordato quello emesso nel marzo 2019, celebrativo per gli 800 anni dello storico incontro tra San Francesco e il Sultano Malik-al-Kamil, emesso dalle Poste Italiane. Valore filatelico che commemorava anche il viaggio di Papa Francesco negli Emirati Arabi del 3-5 febbraio dello stesso anno.
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