Le visite dei pontefici

Nonostante San Francesco d'Assisi sia universalmente riconosciuto per la sua mitezza, la sua umiltà e il suo amore per ogni creatura, ci sono alcune testimonianze che suggeriscono momenti di forte disappunto o anche di "sacra" collera, soprattutto quando vedeva disattendere i principi fondamentali del Vangelo o della Regola che aveva istituito.
LA RINUNCIA AI BENI PATERNI
Questo è uno degli episodi più noti. Quando Francesco si spoglia di tutti i suoi beni davanti al vescovo, suo padre Pietro di Bernardone è furioso. Sebbene la rabbia sia prevalentemente quella del padre, è evidente che Francesco, con un gesto così radicale e pubblico, stava provocando una reazione molto forte e deliberata. La sua determinazione nel seguire la vocazione, anche a costo di un'aperta rottura familiare, implica una forte convinzione e, in un certo senso, una "santa ira" contro il mondo e le sue logiche materiali.
CONTRO L’IPOCRISIA E I BENI MATERIALI DELL’ORDINE
San Francesco era estremamente esigente riguardo alla povertà e all'autenticità. Non tollerava l'ipocrisia o l'attaccamento ai beni materiali tra i suoi frati. Le Fonti Francescane (come la Vita Seconda di Tommaso da Celano o i Fioretti) narrano episodi in cui Francesco rimprovera duramente i frati che si discostano dall'ideale di povertà, che cercano onori o che non vivono in piena obbedienza e umiltà. Questi non erano scatti d'ira impulsivi, ma piuttosto una ferma e decisa reazione di fronte a ciò che minava lo spirito evangelico dell'Ordine. Per esempio, si racconta di un frate che teneva nascosta una Bibbia, e Francesco lo rimproverò aspramente per quell'attaccamento. O ancora, un episodio in cui un frate aveva una veste troppo raffinata, e Francesco lo costrinse a spogliarsene.
CONTRO IL FRATE “ASINO”
Sebbene non sia una rabbia verso gli altri, Francesco era molto severo con se stesso e con le "esigenze" del suo corpo, che lui chiamava "frate asino". Si racconta che si infliggesse penitenze e mortificazioni severe per dominarlo e per rimanere fedele alla sua vocazione di povertà e sacrificio. Questo può essere visto come una forma di "collera" disciplinata e indirizzata verso il proprio desiderio carnale, per non permettere che esso prevalesse sulla sua spiritualità.
DI FRONTE AL DIAVOLO E ALLE TENTAZIONI
Le fonti agiografiche descrivono San Francesco come un combattente spirituale. Si narra di episodi in cui Francesco ha "esorcizzato" o scacciato il diavolo, manifestando una forte autorità e determinazione. In questi casi, la sua reazione non era di paura, ma di ferma opposizione e "santa indignazione" contro il male e le sue manifestazioni.
È importante sottolineare che la "rabbia" di San Francesco non era mai distruttiva o vendicativa nel senso comune del termine. Era piuttosto una reazione zelante e appassionata a difesa dei valori evangelici, un'indignazione contro ciò che offendeva Dio o minacciava la purezza dell'ideale francescano. Era una rabbia che nasceva dall'amore, non dall'odio, e mirava sempre alla conversione e al bene spirituale.
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