francescanesimo

San Francesco e Padre Pio, cosa accomuna i due santi?

Antonio Tarallo
Pubblicato il 25-09-2022

Da Assisi a San Giovanni Rotondo

Da Assisi a San Giovanni Rotondo: una distanza di circa 400 chilometri che attraversa l’Italia; un “filo invisibile” sembra unire i due luoghi. Due località che hanno profumo di santità. E di due aureole d’eccezione, stiamo parlando: due giganti della fede, le cui vite si sono intrecciate, non - certamente - a livello temporale, ma per un disegno divino particolare che li vede coinvolti in un unico, grande, immenso nome: Francesco.

Francesco di Assisi e Francesco Forgione partono da luoghi diversi, da momenti storici diversi, per giungere alla stessa meta: l’Amore, quello di Dio. Così inconciliabili le loro esistenze, così lontane nel tempo, ma con la stessa missione: scegliere la povertà ad imitazione di Cristo. Di quel Gesù che per entrambi vive in loro, nella loro carne, fino alle stimmate, alle piaghe, che per i due fratelli sarà cagione di vergogna e di derisione.

San Pio e San Francesco rappresentano, ciascuno a loro modo, dei modelli - oggi si direbbe testimonial - che rappresentano bene cosa vuol dire essere sacerdote: è lo stesso sacerdozio di Cristo, reso presente e vivo nella Chiesa grazie alle tante mani che consacrano, ogni giorno, il Pane e il Vino, il Sangue e il Corpo di Cristo.

Il Padre Serafico andrà in giro per il mondo ad evangelizzare, ad annunciare al popolo (non solo quello di Dio, ma anche ai più lontani dalla fede) il Messaggio di Speranza del Vangelo; Padre Pio rimarrà per sempre in convento nella sua terra, ad essere lui, imitatore del Cristo per i suoi fratelli nel piccolo spazio di una cella dove le pareti però non delimitano il cuore, ma anzi lo ampliano ancor di più. San Francesco abbraccia il lebroso e decide di restaurare la chiesa (anche quella con la “C” maiuscola, la Chiesa); Padre Pio, diventa sacerdote, e fonda la Casa della Sofferenza perché sa bene che i malati, i sofferenti, i “lebbrosi” del ‘900, hanno bisogno di cure ottime sotto l’aspetto medico, senza dimenticare - ovviamente - il supporto allo Spirito di ognuno. Anche questo ha la sua sofferenza se il corpo stesso soffre: San Paolo docet.

Tutti e due vogliono redimere le anime, ma anche il corpo. San Francesco e San Pio da Pietrelcina, di padre in figlio: i folli di Dio, figli prediletti dalla Vergine. Francesco e Padre Pio, due santi francescani in cammino, che sembrano aggirarsi fra noi, ancora: basterebbe fare un salto ad Assisi, aggirarsi fra le viuzze e le piazze, ed ecco che uno svolazzante saio compare ai nostri occhi; basterebbe andare a San Giovanni Rotondo, osservare una mano benedicente che fa capolino da un saio marrone scuro. Non è certamente Padre Pio, ma qualche frate che, figlio di Padre Pio, sta continuando la sua opera, figlia - a sua volta - di quella di Dio. Il principio di tutta questa “figliolanza”? Semplice, Dio, alias Amore. E la storia continua ancora, perché - si sa - l’Amore di Dio è infinito.

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