francescanesimo

San Francesco e la croce

Antonio Tarallo Francisco Ribalta - Museo de Bellas Artes Valencia
Pubblicato il 16-09-2022

Un viaggio nelle opere d’arte

San Francesco ha vissuto - fin dal famoso episodio della croce di San Damiano - un dialogo mistico con la Croce, con il Cristo sofferente su quel sacro Legno, divenuto simbolo di salvezza per ogni cristiano. “Viene il dì della santissima Croce, e santo Francesco la mattina per tempo, innanzi dì, si getta in orazione dinnanzi all’uscio della sua cella, volgendo la faccia verso l’oriente, e pregava in questa forma: O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti prego che tu mi faccia, innanzi che io muoia; la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione; la seconda, che io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quel grandissimo amore del quale tu, Figlio di Dio, eri acceso per sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”.

Parole tratte dal terzo capitolo de “I Fioretti” che riescono a fornirci un flash di quanta devozione avesse il santo d’Assisi per la Croce. E anche i pittori, “fotografi” con colori e pennelli, hanno immortalato questo momento: un corollario di opere il cui catalogo sarebbe infinito. Cerchiamo, allora, di scoprirne alcune, cercando di entrare in questo “museo virtuale” con il cuore e la mente rivolti al santo d’Assisi, e con lo sguardo verso queste opere dalla bellezza immortale.

Murillo e il suo “San Francesco abbraccia Cristo crocifisso”, dipinto realizzato circa nel 1668 e conservato nel Museo di belle arti di Siviglia in Spagna. L’opera faceva parte di un ciclo commissionato al pittore spagnolo dai cappuccini per una cappella della chiesa del loro convento a Siviglia. Queste opere dovevano esaltare gli elementi distintivi della spiritualità francescana. Il quadro è di una bellezza sconvolgente; commuove lo spettatore che davanti a una simile tela rimane in silenzio, come in preghiera. La composizione simboleggia il momento culminante della vita di Francesco: la rinuncia a tutti i suoi beni materiali per abbracciare la vita religiosa. La composizione è armonica: accanto alla croce, due angeli reggono un libro aperto che reca in latino il passo del Vangelo secondo Luca: “Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Ai piedi del santo vi è un mappamondo, un globo terrestre; Francesco sembra allontanarlo con un piede, metafora del suo rifiuto di ogni vanità.


Una tela, poco conosciuta, ma più che descrittiva per soggetti rappresentati e stile di forme e colori, è quella che si trova nella chiesa di San Francesco d’Assisi, a Borgo Valsugana, comune montano in provincia di Trento: è il “Cristo crocifisso tra San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova”, un olio su tela delle dimensioni di metri 2,70 x 2,65, del XVII secolo, attribuita all’artista Lorenzo Fiorentini. Il titolo dell’opera già dice molto: i due santi francescani sono ai piedi del Cristo crocifisso che incombe al centro dell’opera. I santi Francesco e Antonio sono inginocchiati sulla nuda terra, in adorazione di Cristo crocifisso che dall’artista Fiorentini viene svuotata di ricerca naturalistica.



San Francesco in adorazione del Crocifisso, olio su tela, cm. 125 x 86,5, conservato a Genova, presso i Musei di Strada Nuova. La tela è opera di Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino. Naturalmente, uno dei temi prediletti dell’artista, fu proprio l’immagine di San Francesco, colto in atteggiamenti meditativi, estatici o di preghiera: non saranno poche le tele del Cappuccino che avranno come soggetto il santo d’Assisi colto in questi momenti spirituali. In questa tela, in particolare, troviamo: pathos drammatico e misticismo, in un connubio perfetto; e, i colori, riescono a sottolineare, enfatizzare tutto questo; un cielo indefinito (che potrebbe essere anche lo sfondo di una grotta); le mani del Poverello rivolte al Cielo, in piena contemplazione di un crocifisso posto di spalle, espediente teatrale per focalizzare l’attenzione sullo sguardo di San Francesco, rapito in estasi nella contemplazione-compenetrazione del sacro Legno.



Di impronta caravaggesca è il quadro “San Francesco abbraccia Cristo crocifisso”, opera dello spagnolo Francisco Ribalta, realizzato intorno al 1620: è un olio su tela, di dimensione 208x167 centimetri, conservato presso il Museo de Bellas Artes di Valencia. L'opera, commissionata dal Convento dei Cappuccini della stessa città spagnola, mostra San Francesco che abbraccia Gesù; il santo d’Assisi avvicina la sua bocca al sangue che sgorga dalla ferita al suo costato; di fondo, ci sono due angeli - l’uno suona una viola; l’altro, depone su Cristo una corona di fiori - che sono testimoni “attivi” di questa sublime scena.

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