Sabato Santo, San Francesco nel silenzio
In attesa della Resurrezione di Cristo
Il silenzio. Fermo, lì. Nella sua staticità e al contempo movimento. Statico perché fermo, in movimento perché smuove l’animo e lo chiama alla preghiera, all’attesa. È il Sabato Santo, il giorno in cui la Chiesa si ferma e si interroga su quell’Uomo crocifisso tanto tempo fa. Un tempo che però non ha giorni, ore e minuti. Silenzio nel sepolcro, in attesa della Resurrezione, della luce e della gioia della Pasqua. Anche San Francesco attendeva quel momento, così come tutti noi. Il suo era un dialogo intimo, soprattutto. Di attesa. La sua era però come un’attesa continua, un desiderio continuo d’Infinito, di Dio.
“Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro “, così scriveva il Celano del santo. “Meditava continuamente”: meditare e fare silenzio, in fondo, sono sinonimi. Ed è in questo silente dialogo con Dio che Francesco comprende bene come tra incarnazione, passione, morte e resurrezione di Cristo vi è un legame profondissimo, come due facce della stessa medaglia.
Meditare e stare in silenzio, grande desiderio di Francesco, onnipresente. Ancora una volta ci vengono in aiuto le Fonti Francescane a riguardo: “Cercava sempre un luogo appartato dove potersi unire, non solo con lo spirito, ma con le singole membra al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore, per non rimanere senza cella, se ne faceva una piccola con il mantello. E se a volte era privo di questo, ricopriva il volto con la manica per non svelare la manna nascosta”. (FF 681).
San Francesco, le donne del Vangelo che attendono la Resurrezione, gli apostoli che trepidanti aspettano il momento in cui rivedranno il loro Maestro: volti che hanno in comune un “qualcosa” che è possibile immaginare. Quel “qualcosa” è l’attesa, carica di una sola parola: l’amore. Si attende, infatti, di solito solo per amore e solo se si è nell’amore. Si attende l’amata o l’amato. San Francesco era soprattutto uomo colmo d’amore, in ogni momento, in ogni istante, in attesa - appunto - di ricongiungersi all’Amore grande, immenso di Dio.
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