Rifiutò di bestemmiare. E i militari lo massacrarono. Ora quel frate è beato
La storia del cappuccino Giuseppe Doménech Bonet, martire in Spagna
La Chiesa avrà 13 nuovi Beati. Papa Francesco, ricevendo il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato il Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti il riconoscimento del martirio dei Servi di Dio Benedetto di Santa Coloma de Gramenet (al secolo Giuseppe Doménech Bonet) e due Compagni, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, uccisi in odio alla fede, durante la guerra civile in Spagna, fra il 24 luglio e il 6 agosto 1936.
Cappuccino spagnolo
Benedetto di Santa Coloma de Gramenet nato il 6 settembre 1892 proprio a Santa Coloma in Spagna, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini nel 1909 e, il 23 febbraio 1913, emise la professione religiosa solenne. Fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1915. Svolse gli incarichi di Maestro dei Novizi; Definitore Provinciale e Guardiano del convento di Manresa che, il 22 luglio 1936 fu occupato e devastato dai miliziani anarchici e marxisti.
Obbligato a bestemmiare
Riuniti i religiosi, il Servo di Dio ordinò allora l’immediata evacuazione dal convento. I frati trovarono rifugio in luoghi più sicuri mentre Benedetto si recò in una casa di campagna detta Casajoana nei pressi di Manresa dove, il 6 agosto 1936, un gruppo di miliziani fece irruzione con violenza. Volevano obbligarlo a bestemmiare, ma egli rifiutò categoricamente. Fu condotto così nel luogo detto La Culla, dove venne ucciso senza pietà.
La comunione alla clarissa
Pochi giorni prima di lui, mentre portava la comunione ad una clarissa fu rapito e poi fucilato anche Giuseppe Oriol di Barcellona. Nella notte tra il 27 e il 28 luglio la stessa sorte toccò all’altro compagno, Doménech di Sant Pere de Riudebittles, al secolo: Joan Romeu y Canadell.
da Aleteia
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