francescanesimo

La via della Croce, verso la Pasqua con San Francesco - PART 1

Antonio Tarallo Archivio Fotografico Sacro Convento
Pubblicato il 01-04-2022

Un itinerario di Via Crucis sulle orme del santo

La via Crucis, antica tradizione che nei venerdì di Quaresima viene ricordata in ogni parrocchia, in ogni luogo di culto cristiano per fare memoria dell’itinerario che ha visto Gesù Cristo portare la Croce per i mali del mondo. Non è lontano quel tempo, in fondo. Lotte e guerre, vicine o lontane; croci quotidiane per le famiglie disagiate di ogni dove; croci piccole o grandi di sofferenti per malattie, dolori o lutti, o per disagi sociali. Sono frammenti di un mondo che si presenta così al nostro sguardo.

San Francesco d’Assisi, simbolo eterno di una Chiesa vicina agli ultimi, vicina a chi “non ha voce” (come Papa Francesco ha avuto modo, in più occasioni, di ricordare), ha portato assieme a Cristo quella Croce; lui, alter Christus, ha voluto fare della propria vita, un itinerario della Croce, recando anche lui - Cireneo del 1200 - l’incrocio di legni, simbolo-fondamento per il Cristianesimo.

Ripercorriamo, allora, con il santo francescano questo cammino verso la Pasqua. Frammenti, nuclei e “pillole” della Via Crucis per riflettere sul nostro oggi, sul nostro vivere quotidiano di un mondo contemporaneo fatto di paure, speranze, desideri, guerre, gioia e malinconia.

Prima stazione Gesù è condannato a morte
Seconda stazione Gesù è caricato della croce
Terza stazione Gesù cade per la prima volta
Quarta stazione Gesù incontra sua madre
Quinta stazione Gesù è aiutato dal Cireno

Viene il dì della santissima Croce, e santo Francesco la mattina per tempo, innanzi dì, si getta in orazione dinnanzi all’uscio della sua cella, volgendo la faccia verso l’oriente, e pregava in questa forma: O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti prego che tu mi faccia, innanzi che io muoia; la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione; la seconda, che io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quel grandissimo amore del quale tu, Figlio di Dio, eri acceso per sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”. (Dai Fioretti, III, Considerazione sulle stimmate)

Condannati a morte: molti sono i cristiani perseguitati, condannati a morte nel mondo. Rappresentano un numero importante, purtroppo. Oltre 360 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede; e 5.898 sono stati uccisi, 5.898 che hanno abbracciato la Croce, quando nel 2021 erano 4.761 (+24%). Sono croci sparse nel mondo. Persone che cadono sotto il peso della Croce, con il loro non voler rinnegare Cristo: cadono per la prima volta, così come cade quel “Piccolo Principe” descritto nelle parole di Antoine de Exupery: “Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia”.

Era stato colpito da un serpente: “Il piccolo principe disse ancora, dopo un silenzio: "Hai del buon veleno? Sei sicuro di non farmi soffrire troppo tempo?". Quel piccolo ometto parlava anche ai serpenti, non curante del male che potevano recargli. Cristo, lì, al sinedrio non ha paura di parlare di Dio e di Amore, non ha timore di professarsi Figlio di Dio che con l’Amore vuole liberare il mondo. San Francesco, anche, è un Piccolo Principe del 1200, lui con la sua sete di cambiare il mondo con l’Amore di Dio.

Che io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quel grandissimo amore del quale tu, Figlio di Dio, eri acceso per sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”, così parla al Cristo, il santo d’Assisi. Analogie del presente che si incrociano con il passato: si in-crociano passando per il legno della Croce. Cosa spinge i 360 milioni di perseguitati a parlare con i “serpenti” d’amore e di pace? Questo è l’interrogativo. San Francesco d’Assisi nel 1219 parte alla volta di Damietta per porsi di fronte al sultano Al-Malik al-Kāmil.

E’ l’amore per la pace che lo spinge ad affrontare una più che possibile morte. Parla con lui, dialoga, si confronta per amore. Ora, San Francesco, porta con sé la Croce di quei perseguitati, Cireno di ieri e di oggi.

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