La pace di Francesco antidoto al pessimismo diffuso
Cristo impegna l'uomo in un cammino di crescita e di ricerca
Il periodo che stiamo vivendo non è facile sotto tutti i punti di vista, il coronavirus ha tragicamente interrotto le nostre normali attività e ha imposto altri ritmi ed altre regole alla nostra vita. Le tensioni, la frustrazione imperante diventa la nostra quotidianità, ci domandiamo da dove attingere la forza, la speranza e la certezza per vivere questa non facile quotidianità.
San Francesco ha testimoniato nel suo tempo che Cristo è il vero antidoto al pessimismo diffuso. Il santo di Assisi ci ha dimostrato con la sua vita che Gesù non è un’utopia, un concetto, il sogno di un ipotetico mondo migliore, una semplice proiezione di quello che vorremmo essere o fare.
La speranza di San Francesco è fondata sulla fiducia in Dio e sul mistero della risurrezione di Cristo. Per San Francesco Cristo è stata la sorgente da cui attingere per vivere e testimoniare quello che stava avvenendo nella sua vita. A noi in una modalità diversa, possiamo attingere da San Francesco la fede in Cristo vissuta nella realtà del nostro oggi.
La speranza cristiana non mortifica, ma invita ad accogliere le lacrime della disperazione, il grido della sofferenza, proprio come Gesù che ha accolto le lacrime delle sorelle di Lazzaro che piangevano il fratello morto. Cristo impegna l'uomo in un cammino di crescita e di ricerca che si coniuga con le attese dell'uomo, restituendo senso e valore allo sforzo di liberazione, sostenendolo con tutte le sue energie.
Ripartiamo da questa dimensione, in un sano realismo e nell’assoluta certezza che la speranza, di cui i cristiani sono chiamati a rendere ragione, non è dunque una forma di evasione dalla realtà o peggio rifiuto di essa. Non idolatrando le attese umane, la speranza cristiana di San Francesco lo ha messo in grado di accostare serenamente il mondo e la vita senza lasciarsi condizionare in modo paralizzante dalle brutture e dagli egoismi del suo tempo.
Per questa ragione Francesco ci aiuta a vincere le nostre paure non anestetizzando la realtà, non fuggendole ma interpretandole come espressione del gemito della creazione, la quale attende la pienezza della liberazione dei figli di Dio, come San Francesco ha così brillantemente descritto nel Cantico delle creature.
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