francescanesimo

La mente di San Francesco

Redazione Redazione Rivista San Francesco
Pubblicato il 30-10-2021

Comincia il viaggio attraverso le parti del corpo del santo di Assisi

L’intelletto è uno dei doni dello Spirito Santo. Intelletto, dal latino intellectus, derivato dal participio passato del verbo intellìgere composto dalle parole “inter” e “lègere”: “inter” che ha significato “tra”; e “lègere” che vuol dire “raccogliere, cogliere”. Saper raccogliere tra, dunque, è uno dei significati più importanti, appunto, dell’intelletto: saper discernere. Ma per fare ciò c’è bisogno di studio, di sapere, di conoscere bene ciò che si ha davanti, per saper cogliere il tratto più importante. Ad esempio, nel nostro oggi, siamo bombardati dalle notizie. Provengono da ogni dove, e da ogni quando. E non è sempre possibile sapere quali siano vere, quali false. In questo caso, entra in gioco, l’intelletto: capacità di comprendere, una volta approfondito l’argomento, il vero dal falso. Ma ancora prima, quante volte, mentre ci trovavamo sui banchi di scuola, abbiamo dovuto “far lavorare” il nostro cervello per poter capire formule matematiche o collegamenti di storia e filosofia? La parola chiave in tutto questo è una: si chiama “cervello”. In anatomia, quest’ultimo è l’organo vitale del sistema nervoso centrale: prende posto nella scatola cranica, superiormente ad altre strutture nervose. 

Colpiscono due espressioni di questa descrizione scientifica: organo vitale e superiormente. Ciò che vediamo, subito, di un corpo - infatti - è la testa: posta, appunto, superiormente, a tutti gli altri organi. Il capo, il caput in latino. Ed è allora che ci viene in mente San Paolo e la sua descrizione della Chiesa: avendo Gesù Cristo come nostro Capo, dipendiamo da Lui totalmente. Nello stesso modo in cui un corpo fisico dipende dalla sua testa per potere sopravvivere, così la Chiesa dipende da Cristo per rimanere in vita. Così come il cervello manda istruzioni costantemente a tutto il corpo per mantenerlo in vita. Il corpo dipende dal capo. Se un corpo non segue attentamente la guida della sua testa, starà molto male, e probabilmente, morirà. Similmente, la Chiesa, dipende totalmente dal suo Capo, Cristo. In sintesi è questo il pensiero paolino in merito alla similitudine - quasi poetica, direi - della stretta connessione tra capo e altre membra del corpo.

In San Francesco, nella descrizione del Celano che ha dato apertura a questa serie di “puntate”, troviamo: “Testa rotonda e proporzionata, volto un po' ovale e proteso, fronte piana e piccola”. Questa è l’immagine che abbiamo della testa del santo di Assisi. Molte volte sembra quasi che non si sia data tanta importanza alla “testa”, al “cervello”, all’”intelletto” del santo. Tutto questo, concentrandosi - giustamente - sul “cuore” che sappiamo grande, immenso e colmo di carità. Ma le azioni dettate dal cuore, non forse hanno dialogato - appunto - prima con il cervello? Il pensiero diviene azione. Il meditare e lo studiare la Parola, infatti, in San Francesco, diventa realtà concreta. Dunque, non è possibile escludere questo importante “organo vitale”, così ci dice la scienza.  Una certa tradizione ha evidenziato, a scapito però del “pensiero”, solo il cuore del santo. Che sia fondamentale, lo sappiamo bene. Ma San Francesco era solo cuore? Questo è il punto. 

Lo studio, frutto dell’intelletto, in San Francesco era fondamentale. A suffragare una simile tesi è lo stesso San Bonaventura, Dottore della Chiesa. Infatti, Bonaventura, non esita a parlare della teologia e della scienza di Francesco, considerandola molto superiore a quella dei maestri dell'Università dell’epoca. Questo dato ci fa comprendere, allora, quanto quella testa, il suo intelletto abbia lavorato nella sua vita. Quanto abbia portato frutto all’intera Chiesa. Francesco, in molti suoi scritti dallo stile semplice e asciutto, ci regala riflessioni (dunque, i risultati del dialogo tra mente e cuore che diviene preghiera) che hanno l’altezza di vera e propria teologia, la scienza di Dio.  Basterebbe citare questa sua meditazione: “Lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, è Lui stesso che riceve il santissimo Corpo e il Sangue del Signore" (FF 143). Questa è una delle espressioni più belle e più forti della pneumatologia di Francesco, intimamente legata alla sua cristologia.

Pneumatologia letteralmente ha significato di scienza dello Spirito. Viene utilizzato per indicare la disciplina che studia lo Spirito ed il suo principio vitale; indica sia una branca della filosofia, sia una branca della teologia che ha come oggetto di studio la dottrina dello Spirito Santo. La cristologia è parte fondamentale della teologia cristiana: riflette, studia, medita e definisce “chi e che cosa Gesù Cristo è”, basandosi sull’approfondimento scientifico della Parola  dei Vangeli e delle Epistole di Paolo di Tarso. Una particolare attenzione è data - in tutto questo - alla natura umana e divina.  Dunque, la riflessione di San Francesco citata prima non può che essere frutto - oltre che della preghiera, ovviamente - dell’intelletto, la capacità di intellìgere: raccogliere tra. San Francesco, con la sua mente, il suo cervello, aveva la capacità-dono di saper cogliere in maniera sublime la figura di Cristo per poterla annunciare meglio possibile ai fratelli. 

 

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