L'orecchio di San Francesco: il suono del silenzio
Nell’ascolto del santo d’Assisi, le parole dettate da Dio
Quando tutto intorno a noi tace, il cervello inizia a percepire il rumore del silenzio. E’ un silenzio che rimbomba attraverso l’ orecchio. Non è assenza di suono, vuoto della percezione, un interruttore spento, bensì una parte fondamentale del nostro sistema uditivo. E’ scientificamente provato che un gruppo di neuroni si attiva quando tutto tace e si assume il compito di trasportare il segnale del silenzio dall'orecchio fino alla corteccia uditiva, all´interno del lobo temporale.
“Volevo stare un po' da solo/ per pensare tu lo sai…/ ed ho sentito nel silenzio/ una voce dentro me…”, così una canzone famosa cantata dal tenore Bocelli. Parla di un silenzio e di una voce. E quanti silenzi avrà ascoltato l’ eremita Francesco, lì immerso nel verde umbro? Lui, ascoltava persino gli animali. Gli uccelli, come sappiamo. Quello di Francesco d’Assisi è un orecchio da fanciullo che ascolta le cose che non sentono gli adulti. “Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli”, così i versi della poesia di Gianni Rodari “Un uomo maturo con un orecchio acerbo”. Sono tanti i suoni naturali che popolano i cammini francescani, in totale armonia con il silenzio arboreo. E in quel silenzio, le orecchie del santo ascoltavano soprattutto una voce: quella più importante, quella di Dio. Viviamo un mondo in cui l’ascolto non è proprio di moda. Ed è allora che dovremmo, un po’ tutti, guardare all’esempio di San Francesco: con l’ascolto, si dialoga. E se si dialoga, allora, si arriva alla Verità. Così il santo Poverello faceva con i suoi fratelli, compagni di viaggio. Anche noi, abbiamo i nostri: sono i fratelli che ci sono accanto, in questo viaggio chiamato vita.
Cerchiamo di entrare in quel silenzio del santo. Cerchiamo di scovare le note silenti e salienti della sua musica immortale. In musica, si sa, la “pausa” ha un valore fondamentale per “spiegare” le note prima e dopo quella determinata pausa. Quello del santo di Assisi, è - prima di tutto - un silenzio contemplativo, che riesce a dettare parole ben chiare al suo cuore. Chiare, perché in ascolto di Dio, soprattutto. E Dio parla sempre con parole semplici, comprensibili e nette. Basterebbe scorrere le pagine dei suoi Scritti, tutti nati dopo il silenzio della contemplazione. L’orecchio teso in continuo ascolto della Parola, della voce di Dio in Francesco d’Assisi riesce a captare suoni e immagini, parole che altre orecchie non erano in grado di ascoltare. In questo, si trova tutta l’esperienza mistica del santo francescano. Misticismo e musica del silenzio si incrociano in una mirabile partitura, o meglio in un duetto che il santo e Dio vivevano ogni giorno. Francesco è l’orecchio di Dio, divenendo così strumento di mediazione tra il Signore e gli Uomini che non riuscivano ad ascoltare la sua voce e che ancora, forse, devono imparare a farlo. (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)
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