Il saluto commosso del frate alla comunità di Ragusa: vado a Comiso ma vi porto nel cuore
Il convento ha chiuso dopo otto secoli per mancanza di ricambio generazionale di frati
I francescani salutano ufficialmente Ragusa. Dopo ben otto secoli di presenza nella città Iblea, era ben nota la chiusura del convento adiacente la parrocchia dell'Angelo Custode, rimasto con due soli frati Così il 2 ottobre si è consumato l'ultimo atto con l'abbraccio della comunità ai francescani. Dopo 33 anni di permanenza nel capoluogo siciliano, il custode Padre Angelo Sparacino, frate minore conventuale, è stato trasferito nel vicino convento di Comiso e ha voluto personalmente salutare la comunità con un discorso che ha commosso tanti fedeli.
"VI PORTO NEL CUORE"
A Ragusa Padre Angelo è stato più che un punto di riferimento. Carisma e affabilità ne hanno fatto un uomo voluto bene al di là del saio francescano. «E’ vero che resterò nella stessa diocesi - ha detto in una chiesa stracolma - operando in comunione con il clero diocesano da me conosciuto, e apprezzato, tuttavia mi mancherà la parrocchia e tutto quello che si sviluppa attorno alla parrocchia». «Nella nuova residenza di Comiso - ha proseguito Padre Angelo - voglio augurarmi che con l’aiuto di Dio, con la comprensione dei confratelli, con l’amore e il rispetto di tutti coloro che incontrerò, potrò lavorare con lo stesso entusiasmo, lo stesso stile dei miei anni giovanili anche se sono pienamente consapevole che gli anni passano e i malanni sono dietro la porta. Dalle ombre del mio operato passato voglio cogliere la spinta a non ripetere gli stessi errori».
DAI VESCOVI AGLI ARALDINI
Il frate ha poi voluto salutare tutti i vescovi e i monsignori incrociati in questi 33 anni di cammino ragusano. «Grazie a tutti i parrocchiani piccoli e grandi, giovani e meno giovani, particolarmente alla Gioventù Francescana, gli Araldini, i Militi dell’Immacolata ai Terziari Francescani, a tutti i componenti del Consiglio Pastorale e Amministrativo e non ultimo a tutto il gruppo della catechesi perchè mi hanno dato sempre la spinta di andare avanti senza paura e con viva speranza di tempi migliori, grazie ai piccolissimi che mi hanno insegnato cosa vuol dire semplicità,bontà e gioia». Si è conclusa tra gli applausi della folla l'ultima celebrazione di un frate che di sicuro ha lasciato a Ragusa un segno indelebile del suo operato pastorale.
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