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I frati francescani e Firenze, incontro d’amore

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 27-02-2022

La presenza di Francesco e dei suoi compagni

Davanti a noi, Ponte Vecchio e subito sembra di vivere un sogno, soprattutto quando le luci del ponte più famoso d'Italia si spengono. Un silenzio assordante, intervallato dal suono dello scorrere del fiume Arno. Voci, rumori, suoni di piedi scalzi in ricerca. Quel ponte attraversato non solo da poeti artisti e pittori ma anche da santi.

Perché San Francesco giunge a Firenze? Il viaggio di Francesco non ha mete né confini perché solo un pensiero è nel cuore di frate Francesco: predicare la Parola di Dio, essere strumento di Pace, soprattutto.

I primi seguaci di san Francesco giunsero a Firenze nell’inverno del 1209. Furono scambiati per accattoni e ladri, e dunque accolti in malo modo: ma loro non si scoraggiarono. Si narra che passarono la prima notte sotto un portico fuori Porta Mugnone, e all’alba del giorno dopo furono visti pregare in Duomo, con grande devozione. Si dichiaravano poveri volontari. Questi strani personaggi nelle vie di Firenze furono, allora, circondati da stima e affetto da parte dei cittadini. I fiorentini avevano cambiato idea: “Questi uomini, sono uomini di Dio”. I frati, dopo qualche tempo, non senza rimpianto dei fiorentini, fecero poi ritorno ad Assisi.

Dopo loro, lui, il fondatore dell’Ordine: Francesco d’Assisi. Secondo la tradizione, nel 1211, il Poverello giunse a Firenze, fermandosi all’Ospizio di Santa Maria dei Magnoli (attualmente Santa Lucia dei Magnoli). Lì vicino, in un isolotto dell’Arno, sarebbe stata donata a San Francesco una cappella dedicata alla Santa Croce, dalla quale avrebbero poi preso origine la chiesa e il convento nel Pian di Ripoli e sul torrente Mugnone, vicino all’attuale Madonna della Tosse, prima di quella odierna.

Fin qui la tradizione, il raccontato, il narrato. Per avere, invece, un’attestazione certa dobbiamo aspettare il 14 settembre del 1228: una bolla di Papa Gregorio IX dichiara di prendere sotto la sua protezione, e quella della Sede Apostolica, la chiesa fiorentina di Santa Croce. La chiesetta del 1228, di cui sono state scoperte le tracce durante il rifacimento del pavimento della basilica dopo l’alluvione del 1966, dovrebbe essere stata costruita dai Francescani prima di quella data, presumibilmente nel 1221.

Contemporaneamente alla costruzione della chiesa fu portato avanti anche la costruzione del convento. Uno sviluppo sempre in ascesa, testimoniato dalla nascita - nel XIV secolo - della sagrestia, del dormitorio, dell’infermeria, della foresteria e del refettorio. Questo primo nucleo conventuale vide l’affermarsi di una presenza francescana sempre più influente sulla vita dell’intera città tanto da ospitare personaggi illustri, come i Legati Pontifici e il cardinale Matteo d’Acquasparta, già Ministro generale dell’Ordine. Servì da dimora e da quartiere generale al Duca d’Atene. Conobbe grandi calamità, quali l’alluvione del 1333 che causò i primi irreparabili danni al sui archivio e il grande incendio del 1423 che distrusse completamente il dormitorio. In esso furono convocati i Capitolo Generale dell’Ordine nel 1365 e nel 1387.

Dopo l’incendio del 1423, cominciarono i lavori di ristrutturazione degli ambienti: si ricostruisce il dormitorio ed anche la biblioteca; sorgono ex-novo la Cappella del Capitolo e la Cappella Pazzi, il secondo grande chiostro e il noviziato. Partecipano a questa seconda fase della costruzione, oltre al Comune, le ricche famiglie Spinelli, dei Medici, dei Pazzi. Grazie a questi interventi il convento raggiunse, sul finire del sec. XV, il massimo della estensione e importanza.

Una storia antica, preziosa, importante che perdura ancora oggi: i frati francescani e Firenze, un connubio d’amore nato secoli fa che si rinnova quotidianamente.

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