francescanesimo

San Francesco d'Assisi si congedò dalla vita terrena con una serie di gesti profondamente significativi, che riflettevano la sua vita di povertà radicale, umiltà e amore per Dio e per ogni creatura. Questi sono i principali:

Il ritorno alla Porziuncola

Sentendo avvicinarsi la fine, desiderò ardentemente essere riportato alla chiesetta della Porziuncola, il luogo simbolo degli inizi della sua vocazione, dove aveva dato vita all'Ordine dei Frati Minori. Questo desiderio esprimeva il suo attaccamento alle origini e alla semplicità evangelica.

La spoliazione

Una volta alla Porziuncola, chiese di essere deposto nudo sulla nuda terra. Questo gesto radicale di spoliazione, che richiamava la sua spogliazione di fronte al vescovo di Assisi all'inizio della sua conversione, simboleggiava la sua volontà di morire senza alcun possesso, così come era vissuto, per "lottare nudo con un avversario nudo", cioè la morte stessa, in perfetta umiltà e dipendenza da Dio. A volte gli viene cospersa anche la cenere.

La benedizione dei frati

Prima di spirare, benché ormai debole e malato, stese le mani sui frati presenti e li benedisse, sia quelli presenti che quelli futuri, nel nome e nella potenza del Crocifisso. Questo era un testamento spirituale per i suoi figli e per l'Ordine che aveva fondato.

Il canto del Cantico delle Creature

Nelle sue ultime ore, nonostante il dolore e la malattia, Francesco continuò a lodare il Signore e invitò i suoi compagni a fare altrettanto. Al suo Cantico delle Creature aveva aggiunto la strofa dedicata a "sorella Morte corporale", accogliendola come un passaggio alla vera vita e un'opportunità per lodare ancora di più Dio. La sua serenità di fronte alla morte, da lui definita "sorella", è uno degli aspetti più toccanti del suo trapasso.

Questi gesti non furono semplici atti di pietà, ma il compimento coerente di una vita interamente dedicata alla sequela di Cristo nella povertà e nell'amore universale.

 

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