Festa San Francesco, Saluto di fra Marco Moroni, Custode Sacro Convento Assisi
Con san Francesco e forti del suo spirito desideriamo risorgere uniti, solidali, attenti a chi è rimasto indietro
Signor Presidente, Eminenze,
sorelle e fratelli tutti, il Signore vi dia la pace.
Circa 800 anni fa, il giovane Francesco, nella campagna qui vicino incontra un lebbroso. La lebbra è una malattia terribile e invalidante. Per paura del contagio, i lebbrosi sono tenuti fuori da ogni relazione con i sani, rinchiusi in un ghetto perché considerati pericolosi. Francesco invece si ferma, si avvicina e – incredibile – abbraccia e bacia il lebbroso! Alla fine della vita, nel suo Testamento, ricorderà che in quel momento “ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo”. I lebbrosi diventano così suoi fratelli, perché intuisce – parafrasando le parole del Papa (pronunciate dieci giorni fa qui ad Assisi) – che i poveri non sono un problema da risolvere, ma persone da stimare e da cui imparare. Francesco diventa così un uomo nuovo, quel fratello di tutti che ammiriamo e sentiamo vicino.
In questi anni duri della pandemia molti hanno agito come Francesco: si sono presi cura, attraverso il loro servizio e il loro impegno, di quanti ne avevano bisogno. Desideriamo ringraziarli, per aver donato sostegno, forza speranza, in molti casi donando realmente se stessi.
Tanti hanno perso la vita, spesso nella solitudine. I loro cari li hanno affidati a noi frati attraverso il gesto simbolico della consegna dei nomi di molti di loro. Li abbiamo posti ai piedi della tomba di san Francesco. Per tutte le vittime il Signore sia vera vita e sia consolazione per loro e i loro cari.
Con san Francesco e forti del suo spirito desideriamo risorgere uniti, solidali, attenti a chi è rimasto indietro, per affrontare le tante altre sfide che ora ci stanno davanti: l’acuirsi della crisi ambientale, la guerra in Ucraina e i molti altri conflitti, la difficile situazione socio-economica, l’incertezza internazionale...
Egli ci testimonia che il mondo cambia solo se si riparte da chi è più in difficoltà, perché se il bene non è di tutti… non è bene.
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