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I doni della CEI

In occasione delle celebrazioni per la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, l’olio che alimenterà la lampada votiva che arde presso la Tomba del Santo sarà offerto dalla Cei attraverso Caritas Italiana.

Il dono – 1.000 litri totali – proviene dalle diocesi di Bari-Bitonto e di Nardò-Gallipoli. “Sarà bello sapere che il nostro olio, frutto del lavoro di tanti, consumandosi nella lampada, diventerà preghiera che il popolo italiano eleverà a Dio affinché nel mondo ci sia la forza per costruire quotidianamente la pace e la convivialità delle nazioni, in modo particolare per quelle duramente segnate dalle guerre, dai disordini sociali, dalle carestie, dalle povertà”, sottolinea don Vito Piccinonna, direttore della Caritas di Bari-Bitonto e presidente della Fondazione Opera Santi Medici.

Da Nardò-Gallipoli arriva invece l’olio prodotto da “Opera Seme”, un progetto di economia civile voluto dalla Caritas Diocesana per la promozione e la valorizzazione del lavoro, del territorio e della persona umana, realizzato grazie ai fondi 8xmille che Caritas Italiana riceve dalla Cei e destina alle Caritas locali. Ad oggi, fanno parte della rete “Opera Seme” circa 13 aziende locali (società cooperative, imprese agricole, piccole aziende), enti locali che insistono sul territorio diocesano, scuole (di ogni ordine e grado), Università, parrocchie, associazioni, soggetti del Terzo Settore. “È un progetto che valorizza il lavoro agricolo di qualità, forma le coscienze al rispetto del territorio, promuove il consumo critico, favorisce le alleanze tra produttori, lavoratori e consumatori”, osserva don Giuseppe Venneri, direttore della Caritas di Nardò-Gallipoli.

Quale segno di gratitudine e condivisione, la Cei ha provveduto anche al restauro di un Paliotto del Santissimo Nome di Gesù, noto anche come “Paliotto di San Bernardino”, una manifattura umbra del secolo XVII e rientra tra le opere del Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi.

Compare tra i paliotti per l’Altare della SS. Concezione un “paliotto ricamato con seta di vari colori con l’arma della religione in mezzo, e due vasi di fiori nei laterali”. L’immagine centrale raffigura uno stendardo processionale con il trigramma di san Bernardino IHS, le prime tre lettere del nome di Gesù in greco ΙΗΣΟΥΣ (Iesûs), ma anche l'abbreviazione di “Iesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini”. La raffigurazione è molto simile allo Stendardo a due facce con trigramma bernardiniano del Maestro di Staffolo del sec. XV, conservato presso il museo del Tesoro. (Agensir)