SOLITUDINE CON LO SGUARDO DI FRANCESCO D'ASSISI
Ecco perché oggi voglio dire a me stesso e a tanti di noi 'apriamo gli occhi'. Cerchiamo di avere gli occhi di Francesco d'Assisi capaci di scendere dalle proprie posizioni
C'è un terremoto che non fa rumore. E' quello della solitudine di chi ogni giorno è costretto dalla vita, dagli eventi, dalla nostra indifferenza a fare i conti con la disperazione. In questo mese, tra le lettere che giungono alla nostra redazione, le cronache dei quotidiani, le immagini delle tv coi propongono che cosa può accadere quando non riusciamo ad accorgerci di quelli che ci sono accanto. Quelli che abitano il nostro stesso pianerottolo.
E' il caso di quel padre di Novara, che rimasto solo dopo la morte della moglie con il figlio disabile lo ha ucciso tentando poi il suicidio. Gesti estremi che raccontano quanto profonda può essere la solitudine di una persona, anche se adulta. Forse una parola gentile, una mano tesa, avrebbero salvato quei disgraziati dalla disperazione nera.
Ecco perché oggi voglio dire a me stesso e a tanti di noi 'apriamo gli occhi'. Cerchiamo di avere gli occhi di Francesco d'Assisi capaci di scendere dalle proprie posizioni per incrociare lo sguardo del lebbroso e vivere nuovi gesti che ti danno e danno vita.
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