fede

Santa Elena, scopri la sua storia

REDAZIONE FAMIGLIA CRISTIANA Famiglia Cristiana
Pubblicato il 18-08-2019

Elena fece liberare molti condannati alle carceri o alle miniere

Nata a Drepanum, in Bitinia, nel III secolo, da una famiglia plebea, Elena venne ripudiata dal marito, il tribuno militare Costanzo Cloro, per ordine dell’imperatore Diocleziano. Quando suo figlio, sconfiggendo il rivale Massenzio, divenne padrone assoluto dell’Impero e concesse ai cristiani la libertà di culto, fu chiamata a corte e le fu assegnato il titolo di Augusta. Costantino inoltre le permise di attingere al tesoro imperiale e fece incidere il suo nome e la sua immagine sulle monete. Elena da allora, animata da un grande fervore religioso, si dedicò a opere di bene aiutando persone bisognose e intere città, e facendo costruire nuove chiese a Roma, a Costantinopoli e in Palestina. Eusebio di Cesarea afferma che, oltre a beneficare i poveri, Elena fece liberare molti condannati alle carceri o alle miniere, e molti ne fece tornare dall’esilio. In tarda età intraprese un pellegrinaggio in Terra Santa, dove fece erigere una basilica a Betlemme e una a Gerusalemme sul Monte degli Ulivi e dove, secondo una tradizione risalente al secolo IV e già conosciuta da sant’Ambrogio, nel 326 avrebbe ritrovato la croce sulla quale morì Cristo, facendone poi conservare parte nella basilica romana di Santa Croce. Della sua morte si sa soltanto che avvenne fra il 330 e il 335. Il suo corpo sarebbe stato trasportato a Roma e sepolto sulla via Labicana in un sarcofago di porfido, posto dentro al mausoleo imperiale di cui restano alcuni ruderi, che era venerato dai pellegrini che venivano a Roma. Subito dopo la morte, fu onorata come santa in Oriente e in Occidente: Eusebio la dice «degna di sempiterna memoria» per la sua vita cristiana; sant’Ambrogio la definisce «grande donna» e «di santa memoria». Nella basilica di San Pietro in Vaticano, Elena è ricordata con una grande statua in marmo, posta come quelle di Sant’Andrea, della Veronica e di san Longino, alla base dei quattro pilastri che sorreggono la cupola michelangiolesca.

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