San Pancrazio, ecco chi era
L’esistenza di un Pancrazio martirizzato a Roma non è mai stata messa in discussione, anche se gli atti del suo martirio non sono concordemente accettati dagli storici per alcuni errori grossolani di cronologia. Si racconta che era figlio di ricchi pagani e che, rimasto orfano in tenera età di entrambi i genitori, fu educato dalla zio Dionisio, che curava anche l’amministrazione dei beni che Pancrazio aveva ereditato dal padre. Abitando sul monte Celio, ebbe occasione di conoscere san Marcellino, papa dal 295 al 304, che per sfuggire alla persecuzione viveva nascosto nella casa della diaconessa Lucina.
Attratti dalla fama delle sue numerose conversioni, zio e nipote si recarono a fargli visita e il santo pontefice li istruì nella religione cristiana e li battezzò. Da allora entrambi si dedicarono a soccorrere le vedove, gli orfani e i poveri. In quel tempo le carceri di Roma erano affollate da cristiani in attesa del supplizio e non è improbabile che il giovane Pancrazio, non ancora quindicenne, come già san Tarcisio nel 257, fosse incaricato di visitare i prigionieri e di portare loro la Comunione.
Ad un certo punto venne denunciato alla polizia imperiale come cristiano ed essendosi rifiutato di sacrificare agli dei, fu condannato a morte. Condotto nei pressi della Porta Aureliana, gli fu tagliata la testa il 12 maggio del 304. A tarda sera, la nobile dama Ottavilla con l’aiuto di altri cristiani prelevò la salma del martire e la trasportò nella vicina catacomba che aveva fondato. Papa Simmaco costruì successivamente o ampliò la basilica cimiteriale eretta sul luogo del sepolcro; Gregorio Magno vi tenne un’omelia nell’anniversario del martirio e vi fondò pure un monastero. Gli itinerari medioevali e i restauri della basilica cimiteriale testimoniano il costante culto del santo, diffusosi anche fuori Roma. Pancrazio è uno dei patroni della Gioventù Italiana di Azione Cattolica che ogni anno si reca sulla sua tomba per rinnovare i propri impegni di apostolato. FAMIGLIA CRISTIANA
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