San Bernardino da Siena: il ritratto del religioso ascetico e spirituale
Innescò un importante rinnovamento per Chiesa e movimento francescano
Solo dopo pochi anni dalla sua canonizzazione, cioè nel 1450 per opera di papa Niccolò V, San Bernardino da Siena fu rappresentato dagli artisti senesi Sano di Pietro e Giovanni di Paolo in dipinti che danno buona prova di quanto Siena contribuisse a difendere il culto del proprio cittadino. Quelle opere si trovano conservate ormai al Museo del tesoro della Basilica di San Francesco, accessibile al primo piano del rinascimentale Chiostro di Sisto IV.
Bernardino da Siena, nato nel 1380 a Massa Marittima, fu un predicatore instancabile, in giro per tutta l’Italia settentrionale. Diffuse la devozione al nome di Gesù facendo incidere il monogramma «IHS»/«YHS» su tavolette di legno colorate in oro e azzurro, che dava da baciare ai fedeli al termine delle prediche. Il francescano andava su tutte le piazze di tutte le contrade e dei mille paesi che a passi frenetici visitò. I temi della sua predicazione erano quelli della pace, della concordia, in tempi in cui si faceva la guerra, e soprattutto di carità, perché ce n’era tanto bisogno per i poveri.
Ma come spiegare la rapida diffusione della sua immagine e del culto a lui tributato, subito dopo la canonizzazione del 1450? La predicazione di San Bernardino fu infatti così incisiva da innescare un importante rinnovamento per la Chiesa e per il movimento francescano. Proprio per questo l’Ordine fu impegnato in un’opera di diffusione del culto e del messaggio religioso e politico di Bernardino come campione di testimonianza della fede in Cristo e del potere salvifico di tale fede.
Nel contesto dell’evangelizzazione popolare alla fine del Medioevo, la fortuna artistica dell’iconografia di Bernardino si rivelò dunque eccezionale. Si interseca con questioni legate alla funzione sociale e religiosa della pittura negli anni 1420-1430, che hanno visto l’avvento della pittura moderna in Italia e lo sviluppo della ritrattistica. Si tratta quindi di un’iconografia della glorificazione che ripropone la struttura ritrattistica tipica del santo ascetico e spirituale.
Sappiamo inoltre che dopo la morte circolava un suo ritratto che doveva essere molto somigliante. Esso fu probabilmente il prototipo, inspirando le molte rappresentazioni successive dove i tratti caratteristici del Santo appaiono quasi sempre simili.
Sottoponendo ad un occhio più attento i due dipinti della collezione del museo tesoro della Basilica, osserviamo gli elementi strettamente caratterizzanti l’iconografia del Santo: un uomo che porta il saio francescano con il viso anziano, magro, segnato dall’ascesi.
Nell’opera attribuita a Sano di Pietro, san Bernardino, sorretto da due angeli, mostra la tavoletta di cui si serviva nelle prediche. Sotto i suoi piedi c’è una sintetica immagine del mondo attraversato da fiumi e circondato dal mare, probabilmente tratta dai modelli cartografici fiamminghi.
Un aspetto che ritroviamo anche nel dipinto di Giovanni di Paolo. Qui è raffigurato con il sole dorato, chiara allusione a Cristo che dà la vita. Il sole è circondato da dodici raggi serpeggianti, quanti sono gli apostoli. Dentro il sole c’è il monogramma «YHS» in lettere gotiche con l’asta sinistra dell’H tagliata in alto per farne una croce. Quel monogramma ricorda le prime tre lettere del nome Gesù in greco (ΙΗΣ).
Ricorre il 20 maggio la memoria liturgica di San Bernardino da Siena, patrono dei predicatori e dei pubblicitari perché disegnò e diffuse il monogramma in tutta Europa, come oggetto di devozione attorniato da potenti simbolismi, secondo il gusto dell’epoca, appassionata di stemmi e simboli.
Forte e originale era la sua attenzione per diversi aspetti della vita dei credenti. Per questo, “il più illustre predicatore”, così chiamato da papa Eugenio IV, fu maestro di un’intera generazione di francescani Osservanti. Dopo di lui predicarono, scrissero trattati di teologia e affrontarono argomenti che stimolavano la sensibilità e il pensiero europeo prima che avvenissero le profonde mutazioni del Calvinismo.
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