fede

Rosario Livatino: la prima “peregrinatio” della reliquia

Antonio Tarallo Antimafia Duemila
Pubblicato il 26-01-2023

“Sub Tutela Dei”, tre semplici parole per indicare un programma di vita. Così scriveva nel suo quaderno di appunti il giudice Rosario Livatino. Aveva appena 38 anni quando fu ucciso dalla mafia, da altri ragazzi come lui. Livatino è il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. Un giudice come Dio comanda? Un giurista raffinato? Un creatore della norma? La risposta a queste domande la troviamo in quel tragico giorno di settembre del 1990, quando fu assassinato. Aveva solo 38 anni, lavorava come magistrato ad Agrigento, ed semplicemente “colpevole” di amare Dio.

Livatino è stato dapprima pubblico ministero, poi giudice in una città di provincia. Era sconosciuto ai più. In Italia si è saputo di lui solo il giorno in cui è stato ucciso. Eppure, fino a quel giorno, il suo nome era nell’anonimato più assoluto. I colleghi lo conoscevano; e anche la “stidda”, lo conosceva. Dava fastidio alla criminalità organizzata, a quella operante sul territorio. La sua azione da giudice aveva una prerogativa: redigeva, soprattutto, provvedimenti di sequestro e di confisca dei beni di provenienza mafiosa.

“Picciotti, che vi ho fatto?”. Si, “che male vi ho fatto?”. Le sue ultime parole per poi accasciarsi a terra agonizzante e morire poco dopo. Nel silenzio di una campagna. Solo un rumore si era sentito, sordo, secco, forte: uno sparo, dritto in bocca. Ora grazie alla Peregrinatio che si sta compiendo a Roma - una peregrinatio della sua camicia insanguinata - il nome ritorna, come eco nella Capitale, come eco nelle strade della Chiesa.

La reliquia è esposta e venerata nei luoghi delle massime istituzioni del Paese tra i quali Camera e Senato, Suprema Corte di Cassazione, Consiglio Superiore della Magistratura, Ministero di Grazia e Giustizia, Comune di Roma, Comando Generale della Guardia di Finanza, università, scuole superiori, parrocchie. Si tratta della prima solenne “Peregrinatio Beati Rosarii Livatino – Fidei et Justitiae Martyris”, un’iniziativa voluta dalla Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Roma e organizzata dal Comitato Peregrinatio Beati Rosarii Livatino presieduto dal Primicerio dell’Arciconfraternita, per rendere omaggio a questa esemplare e contemporanea testimonianza di figura unificante.

C’è stato un convegno presso Centro Studi Rosario Livatino, dal titolo “L’attualità del Beato Rosario Livatino”, lo scorso 18 gennaio, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica – Sala Capitolare di Santa Maria sopra Minerva. Secondo grande momento di confronto è stato invece “Beato Rosario Livatino: l’universale esempio del giusto. Dialoghi tra economia, fede e giustizia”.

Il compito del magistrato è quello di decidere. Orbene, decidere è scegliere e, a volte, tra numerose strade o soluzioni. E scegliere è una delle cose più difficili che l’uomo sia chiamato a fare. Ed è proprio in questo scegliere per decidere, decidere per ordinare, che il magistrato credente può trovare un rapporto con Dio. Un rapporto diretto, perché il rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio”, parole del beato Rosario Livatino.

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