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Quando la preghiera diventa luce. Il Rosario unisce gli italiani

Redazione
Pubblicato il 20-03-2020

Assisi diventa luce. Il flashmob contro il coronavirus

In questo momento di emergenza sanitaria, i frati del Sacro Convento di Assisi, la Chiesa e tutti gli uomini di buona volontà hanno pregato ieri sera affinché il Signore liberi il mondo dal coronavirus. Il Rosario recitato nella Basilica Inferiore di San Francesco d’Assisi ha raggiunto grazie ai social network oltre 125mila utenti.

Tantissime le persone che hanno esposto alle finestre delle proprie case un piccolo drappo bianco o una candela accesa, segni della speranza e della luce della fede. Anche noi frati ad Assisi abbiamo acceso una piccola luce.



Il Rosario ha unito l'intera nazione e stretti nell'abbraccio della fede e dell'amore di Cristo "per non arrenderci alla paura che isola e dispera", come ha detto il segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo.

Il Santo Padre ha inviato anche un video messaggio:





Cari fratelli e sorelle,
mi unisco alla preghiera che la Conferenza Episcopale ha voluto promuovere, quale segno di unità per l’intero Paese.

In questa situazione inedita, in cui tutto sembra vacillare, aiutiamoci a restare saldi in ciò che conta davvero. È un’indicazione di cammino che ritrovo in tante lettere dei vostri Pastori che, nel condividere un momento così drammatico, cercano di sostenere con la loro parola la vostra speranza e la vostra fede.

La preghiera del Rosario è la preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore!

La verità di questa esperienza si misura nella relazione con gli altri, che in questo momento coincidono con i familiari più stretti: facciamoci prossimo l’uno dell’altro, esercitando noi per primi la carità, la comprensione, la pazienza, il perdono.

Per necessità i nostri spazi possono essersi ristretti alle pareti di casa, ma abbiate un cuore più grande, dove l’altro possa sempre trovare disponibilità e accoglienza.

Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio.

Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese.

Illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano – come te – prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità.

Dona l’intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli.

Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità.

Benedici, San Giuseppe, la Chiesa: a partire dai suoi ministri, rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà.

Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l’armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare i più piccoli.

Preserva gli anziani dalla solitudine: fa’ che nessuno sia lasciato nella disperazione dell’abbandono e dello scoraggiamento.

Consola chi è più fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri.

Con la Vergine Madre, supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia.

Amen.

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