Priora Santa Rita: aprirsi a carità, perdono e amore
La chiave per farlo sta nel perdono
Il mercoledì delle Ceneri evoca atteggiamenti di penitenza e privazione, rappresentati dall’imposizione delle Sacre Ceneri che riceviamo sul capo. Ma, se è vero che le ceneri sono il segno esterno del nostro pentimento, esse simboleggiano anche la volontà di metterci in cammino verso il Signore. Per questo con le Ceneri inizia la Quaresima, percorso di conversione, che ci conduce alla Pasqua. Anche il digiuno, che si accompagna al periodo, va letto come un cambiamento interiore, attraverso il quale Dio non ci chiede di privarci di qualcosa, ma di aver fame di un cibo diverso, di cui solo Lui può ricolmarci.
Sant’Agostino diceva: “quello a cui rinuncio è per il povero”. Le sue parole non descrivono un sacrificio, bensì il dono della carità. In questo senso, quindi, il digiuno e il pentimento ci portano all’incontro col Signore e con il prossimo, perché il fine di tutto è dilatare il nostro cuore per accogliere l’amore di Dio, altrimenti non serve.
Come possiamo, allora, mettere a frutto questo tempo? Santa Rita ci dice che la chiave per farlo sta nel perdono. Lei ha sentito forte l’amore di Dio ed ha risposto amando a sua volta: la famiglia, i suoi prossimi e perfino l’uccisore del marito. Perdonando quest’ultimo, Santa Rita ha mostrato la potenza della “creatività” dell’amore, perché l’amore crea e non distrugge. Con il suo esempio concreto e attuale di vita, Santa Rita ci ricorda che l’amore è un dono del Padre e il “per-dono” ne è la strada, lo strumento che Dio ci fornisce per riconciliarci con Lui, con noi e tra noi.
Per amore, Santa Rita, è diventata partecipa della Passione di Cristo, ricevendo in fronte una delle spine della corona, che ha portato per 15 anni. In lei, le stigmate sono segno di quell’amore vero che ci spinge a diventare dono di vita, vivendo la sofferenza in risposta d’amore.
Questa è la forza del perdono, che da oltre trent’anni il nostro Monastero di Cascia valorizza nel “Riconoscimento Internazionale Santa Rita”, che in occasione del 22 maggio, festa solenne della santa, viene conferito a donne che ne imitano le virtù nell’oggi.
Lo ha ricevuto, ad esempio, Mariella Cantamessa, la mamma della provincia di Bergamo che ha perdonato l’uomo che ha investito e ucciso sua figlia Eleonora, medico, intenta a soccorrere in strada un giovane accoltellato. Insieme a lei, Claudia Francardi, vedova di Antonio Santarelli, appuntato scelto dei carabinieri che, a Pitigliano (Grosseto), ad un posto di blocco viene aggredito a morte da un giovane: Claudia non solo sceglie il perdono, ma insieme alla mamma del ragazzo fonda un’associazione per testimoniare la riconciliazione. Infine,
Antonella Leardi mamma di Ciro Esposito, ucciso nel 2014 alla finale di Coppa Italia, a Roma: Antonella ha perdonato l’uccisore di suo figlio e sparge i semi della pace e del dialogo tra i giovani, con l’associazione “Ciro Vive”. Tutte loro sono il segno dell’Umanità Nuova nella quale Gesù ci invita ad entrare. Scopriamo così, il reale valore delle Ceneri e della Quaresima.
Soprattutto oggi, che la pandemia ci costringe a tante privazioni e dolori, rispondiamo aprendoci alla carità, al perdono e all’amore: compiremo in anticipo il salto dalla morte alla risurrezione, quel passaggio che è la Pasqua stessa.
di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
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