Pietro e Paolo, le colonne della Chiesa
Le biografie dei due santi: Pietro, il primo papa della Storia; Paolo, apostolo delle genti
“Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo”. Così il Martirologio romano ci narra le biografie dei due santi Pietro e Paolo, colonne della Chiesa, fondamenta della prima Chiesa dopo la Resurrezione di Cristo.
Personaggi strani, bisogna dirlo. E viene quasi naturale soffermarsi su quanto le loro vite - prima dell’incontro con Cristo - non avevano nulla a che fare con la loro missione all’interno del Cristianesimo. Paolo, pagano romano, riscossore dei tributi per l’Impero; Pietro, rozzo e scontroso pescatore della Galilea. Due persone, due volti che - diciamoci pure la verità - presi così tanto affidabili non erano, certamente. Eppure, questi due personaggi hanno costituito la Chiesa. Questo elemento non può essere dimenticato. Da sfondo alle loro storie (tra mito e leggenda, tra storia e realtà) vi è la città di Roma, non possiamo dimenticarlo.
La Città Eterna si intreccia con le loro vite e non è - certamente - un caso: Roma doveva divenire sede del “successore” di Cristo: doveva divenire il fulcro della Cristianità. Pietro giunse a Roma qualche anno dopo la morte di Cristo, forse nel 50 d.C. Fu un grande predicatore e convertì molti al Cristianesimo, finché non fu arrestato durante le persecuzioni di Nerone. Paolo, invece, nato a Tarso, nell’attuale Turchia, da famiglia ebraica farisea, si convertì al Cristianesimo dopo una visione sulla via per Damasco e diventò instancabile messaggero della parola di Gesù. Arrestato a Gerusalemme con l’accusa di provocare disordini, si appellò, in quanto cittadino romano, al giudizio dell’Imperatore. Fu così condotto, nel 61 d.C., a Roma, dove visse alcuni anni in una blanda prigionia.
Arrestato nuovamente durante le persecuzioni di Nerone, finì, secondo la leggenda, nella stessa prigione di San Pietro. Le strade dei due Apostoli però, nel tragico epilogo, si separarono: Pietro cercò di scappare, ma, sull’Appia, l’apparizione di Gesù lo convinse a tornare indietro (vi è ancora sulla via romana una chiesetta denominata “Quo vadis?” a ricordarne l’evento) e affrontare il martirio. Fu crocifisso nel Circo di Caligola ai piedi del colle Vaticano; non ritenendosi degno di morire come Cristo, ottenne che la croce fosse piantata capovolta. Paolo, invece, in quanto cittadino romano, ebbe il ‘privilegio’ di una morte meno dolorosa e fu decapitato presso le Acquae Salviae, a sud di Roma. Siamo nel 67 d.C. Come abbiamo compreso la sede apostolica non poteva che essere Roma. Tra l’altro, i due santi sono proprio i patroni eletti per la Città Eterna.
Il primo pontefice, Pietro
“Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»”. Questo passaggio del Vangelo di Matteo (cap. 16, 15-20) segna la nascita “ufficiale” (potremmo dire) della Chiesa. Simone - seppur il nome con cui passerà alla storia sarà quello di Pietro - viene designato così da Cristo stesso come colui che fonderà la Chiesa. Pietro aveva seguito Gesù in tutte le sue predicazioni, e - dopo la Resurrezione - viene posto alla guida della comunità cristiana di Gerusalemme, divenendo - dunque - il primo Papa.
Paolo, le parole sulla Parola
Quasi sempre citato nelle messe domenicali, lui, Paolo e le sue lettere. Ne scrisse ben tredici: tutte di un’incredibile profondità teologica, di un respiro letterario armonioso e di una finezza squisita. Basterebbe solo il “suo” famoso inno all’Amore. Non è possibile non riportarlo per intero, una selezione ne cambierebbe il senso: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,ma non avessi l'amore,non sarei nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato,ma non avessi l'amore,niente mi gioverebbe. L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine”.
E, ora, nessun’altra citazione, perchè questa basta per tutte le altre: Paolo, cantore dell’Amore di Cristo, questo il personaggio in estrema sintesi. Cittadino romano di nome Saulo, di famiglia ebraica, perseguitò duramente i cristiani fino a quando, dopo aver avuto una visione, si convertì alla nuova fede. Assunto il nome di Paolo, si dedicò alla diffusione del messaggio cristiano: da questo, il famoso appellativo “apostolo delle genti”.
Nella sua “Lettera ai Galati”, Paolo dichiara di avere ricevuto la rivelazione del Vangelo da Cristo stesso, e di essere quindi a pieno titolo un apostolo, con gli stessi compiti degli altri dodici che Gesù aveva nominato durante la sua vita terrena, malgrado si senta indegno per aver perseguitato la Chiesa. Evangelizzò - in un primo tempo - soprattutto gli Ebrei di lingua greca, predicando il sabato nelle sinagoghe.
Ma ciò gli causò non poche forti ostilità tra i membri del suo popolo. Si rivolse - poi - soprattutto ai pagani, e fondò varie comunità cristiane a Efeso, Mileto, Corinto, Colossi, Filippi e in altre località dell’Asia Minore e della Grecia. In fondo, se Pietro rappresenta il primo pontefice, potremmo dire che è Paolo a poter essere definito “il fondatore dell’universalità” della Chiesa. Quella stessa universalità che vive ancora oggi, attraverso le varie chiese del Mondo.
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