Perdono d' Assisi: Ritorno al cuore di Dio
«La Festa del Perdono di Assisi ci riporta al cuore di Dio e alla figura di Maria che come madre ci rassicura che davvero Dio è misericordia, davvero il perdono è per chiunque apre il cuore e nell’umiltà si fida di Dio»: è quanto ribadito dal vescovo di Gubbio, Luciano Paolucci Bedini, durante la solenne concelebrazione eucaristica che ha presieduto nella basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, il 2 agosto. Hanno concelebrato il vescovo di Foligno, Gualtiero Sigismondi, e una settantina di sacerdoti tra cui il ministro generale dell’ordine dei frati minori, padre Michael Perry e il ministro provinciale dei frati minori dell’Umbria, padre Claudio Durighetto.
Di fronte a una chiesa gremita, il vescovo di Gubbio ha ricordato che «siamo creati per essere figli di Dio e di questa figliolanza divina nessuno ci può togliere il diritto. Anzi è Dio stesso che combatte perché ciascuno possa rimanere profondamente degno di essere suo figlio. Fino a sacrificare il proprio Figlio». Questo è il significato della sua misericordia. «E la chiesetta della Porziuncola, l’indulgenza ottenuta da Francesco ci riporta alla volontà di Dio di farci suoi…in un Regno che non avrà fine», ha proseguito. Monsignor Bedini ha ribadito come quel «“non temere, Maria”, che disse l’angelo Gabriele, è per ciascuno di noi. È la sorgente della misericordia di Dio».
Ritornando poi alla festività del Perdono di Assisi, il presule ha ricordato che «oggi celebriamo la tenerezza materna di Maria per noi, celebriamo l’amicizia dei santi e di un santo enorme come Francesco per noi» perché non c’è santo che non abbia a cuore il bene dei propri fratelli come fece Francesco alla Porziuncola. «Pensiamoci — ha detto rivolgendosi all’assemblea — quando nel nostro cammino di fede non ci viene spontaneo desiderare il bene degli altri, la loro santificazione, il perdono per i nostri fratelli e sorelle, ancora dobbiamo fare un po’ di cammino nella strada della santità».
Così come la Porziuncola «una piccola porzione di terra» ci ha permesso «di toccare la misericordia, come Maria, una piccola porzione dell’umanità ha permesso a Dio di toccare terra, alla misericordia d’incontrarci, così ciascuno di noi è chiamato a farsi una piccola porzione affinché la misericordia di Dio dopo aver toccato noi, tocchi anche i nostri fratelli», ha concluso il vescovo. È lo stesso invito che ha rivolto il ministro generale dell’ordine dei frati minori nel suo saluto iniziale all’assemblea: «La festa del Perdono ci chiama a non essere chiusi al diverso, all’immigrato, a chi bussa alla nostra porta ma ad accogliere come Dio ci accoglie».
Durante la preghiera dei fedeli, com’è stato anche per tutte le altre celebrazioni della giornata al santuario, si è pregato per il paese e per il popolo del Nicaragua con cui la provincia serafica dei frati minori ha dei legami pastorali storici, perché per l’intercessione della Vergine degli angeli e di san Francesco «il Signore lo custodisca nella fede e nella pace, e perché nella sua misericordia, faccia sorgere proprio dalle sofferenze presenti un’era di concordia e di giustizia, nel rispetto di tutti, specialmente dei più deboli».
Nel primo pomeriggio, nonostante il grande caldo, la piazza della basilica di Santa Maria si è trasformata in un palco di festa con l’arrivo della 38° marcia francescana, che ha avuto per tema «Con un nome nuovo». Accolti dal ministro generale e dal padre provinciale dei frati minori, i 1700 giovani pellegrini provenienti dall’Italia e dall’estero si sono poi recati in fila e in silenzio nella chiesetta della Porziuncola per un momento di preghiera. Quest’anno, in occasione della festa del Perdono, è stato esposto nella basilica da domenica 29 luglio al 3 agosto, il saio delle stigmate di san Pio da Pietrelcina. Il rito di accoglienza è stato presieduto dal custode, padre Giuseppe Renda. (jean-baptiste sorou)
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