Papa: speranza cristiana non emargina,Dio non esclude nessuno. Quando si vuole qualcosa bisogna insistere, insistere e insistere
"La speranza che ci è stata donata non ci separa dagli altri, né tanto meno ci porta a screditarli o emarginarli. Si tratta invece di un dono straordinario del quale siamo chiamati a farci 'canali', con umiltà e semplicità, per tutti". Lo ha detto papa Francesco durante la sua catechesi nell'udienza generale nell'Aula Paolo VI, oggi dedicata al tema "La speranza non delude". "E allora - ha aggiunto - il nostro vanto più grande sarà quello di avere come Padre un Dio che non fa preferenze, che non esclude nessuno, ma che apre la sua casa a tutti gli esseri umani, a cominciare dagli ultimi e dai lontani, perché come suoi figli impariamo a consolarci e a sostenerci gli uni gli altri".
Il Papa ha iniziato la sua meditazione ricordando che "fin da piccoli ci viene insegnato che non è una bella cosa vantarsi. Ed è giusto, perché vantarsi di quello che si è o di quello che si ha, oltre a una certa superbia, tradisce anche una mancanza di rispetto nei confronti degli altri, specialmente verso coloro che sono più sfortunati di noi". Tuttavia l'apostolo Paolo, nella Lettera ai Romani, ci sorprende, in quanto per ben due volte ci esorta a vantarci. Di cosa allora è giusto vantarsi? E come è possibile fare questo, senza offendere, senza escludere qualcuno?", ha chiesto il Pontefice.
"Nel primo caso - ha detto -, siamo invitati a vantarci dell'abbondanza della grazia di cui siamo pervasi in Gesù Cristo, per mezzo della fede". "Paolo però - ha proseguito - ci esorta a vantarci anche nelle tribolazioni. Questo ci risulta più difficile e può sembrare che non abbia niente a che fare con la condizione di pace appena descritta. Invece ne costituisce il presupposto più autentico, più vero. Infatti, la pace che ci offre e ci garantisce il Signore non va intesa come l'assenza di preoccupazioni, di delusioni, di mancanze, di motivi di sofferenza. Se fosse così, nel caso in cui riuscissimo a stare in pace, quel momento finirebbe presto e cadremmo inevitabilmente nello sconforto. La pace che scaturisce dalla fede è invece un dono: è la grazia di sperimentare che Dio ci ama e che ci è sempre accanto, non ci lascia soli nemmeno un attimo della nostra vita".
"Ecco allora - ha aggiunto Francesco - perché la speranza cristiana è solida, ecco perché non delude. Non è fondata su quello che noi possiamo fare o essere, e nemmeno su ciò in cui noi possiamo credere. Il suo fondamento è ciò che di più fedele e sicuro possa esserci, vale a dire l'amore che Dio stesso nutre per ciascuno di noi". Proseguendo 'a braccio', il Pontefice ha detto: "Ognuno di noi è capace di dire 'sono sicuro che Dio mi ama?'. Non è facile, ma è sicuro. E' un buon esercizio dire 'Dio mi ama, sono sicuro che Dio mi ama'. E' la radice della sicurezza. E' la radice della speranza. E quella sicurezza - ha concluso - non ce la toglie nessuno. E' bene ripeterlo come una preghiera.: 'Dio mi ama, sono sicuro'. E la speranza non delude". (ANSA)
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