Novena Immacolata Sesta Meditazione - Maria povera e minore di Filippo Sedda
“Io, frate Francesco piccolino, voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre e perseverare in essa sino alla fine”. (FF 140) Poco prima di morire frate Francesco consegna a Chiara e alle sue sorella queste poche parole in quella esortazione nota come “Ultima volontà”.
Non stupisce che il Santo di Assisi insista sul tema della povertà, a lui tanto caro, al punto che viene comunemente conosciuto come il Poverello; come non stupisce che identifichi Cristo quale uomo che nella sua esperienza terrena abbia vissuto la povertà dalla sua nascita in una mangiatoia alla sua morte nudo su una croce. Infatti, come Francesco fa scrivere nella lettera a tutti i fedeli: “Lui, che era ricco sopra ogni altra cosa, volle scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, sua madre, la povertà” (FF 180).
Anche in questo secondo passo la novità di Francesco è piuttosto l’anelito con cui accosta ed estende la povertà del Figlio a quella della Madre: la Vergine Maria diviene la povera e la minore, pienamente partecipe della condizione di Gesù. Lei incarna il modello e l’esempio per tutti i frati. Maria è colei che abbraccia la miseria di poco fieno dove deporre suo figlio appena nato, è colei che sotto la croce soffre in silenzio e accoglie nella fede un misterioso disegno di salvezza, che prevede lo strappo dalla cosa a lei più preziosa: il suo stesso figlio.
Parafrasando le parole di papa Francesco alle famiglie francescane, pronunciate giusto qualche giorno fa, Maria è dunque colei che vive la minorità come espressione della povertà, che coltiva uno spirito di non appropriazione nelle relazioni (anche quella con suo figlio). Guardiamo allora alla Madre minore e povera! (Filippo Sedda)
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