Melfi, il vescovo lascia: "Vado in missione in Honduras"
L'annuncio è arrivato a sorpresa venerdì con il Bollettino vaticano
L’aveva sempre detto mons. Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi, che l’incarico episcopale gli stava stretto e lui lo aveva accettato solo per obbedienza «perché», scrisse, «ho sempre visto nelle decisioni dei superiori la volontà di Dio». Il suo sogno, infatti, era quello di andare in missione in terre difficili e di frontiera. Ma il 13 dicembre 2002 arriva la nomina episcopale e l’incarico di guidare la diocesi di Melfi, in Basilicata. Ora quell’incarico è terminato e mons. Todisco potrà partire per l’Honduras a fare il missionario. L'annuncio è arrivato a sorpresa venerdì con il Bollettino vaticano che annunciava la rinuncia del vescovo senza però collegarla ai due canoni consueti: quello per motivi di salute o quello per altre gravi ragioni.
Mons. Todisco infatti ha presentato le dimissioni a 71 anni, in anticipo di quattro rispetto ai 75 fissati dal Diritto Canonico, e papa Francesco le ha accettate. Il 7 novembre scorso in una lettera indirizzata proprio a Bergoglio il presule aveva espresso questo desiderio: «I continui inviti rivolti ai nostri sacerdoti», scrisse, «di spendere alcuni anni del loro ministero, in Svizzera o in America Latina, dove scarseggia il clero, testimoniano la mia particolare attenzione a un problema che è di capitale importanza per la Chiesa: annunciare il Vangelo a tutti, specialmente ai lontani», aggiungendo il suo desiderio interiore di «tornare in missione, anche da semplice presbitero».
Mons. Todisco infatti prima di essere nominato vescovo ha trascorso 21 anni in missione: prima in Canada e poi in Colombia, nelle comunità avviate dalla congregazione religiosa alla quale appartiene, che è quella Ardorina dei Pii Operai catechisti rurali, di cui Todisco è stato consigliere generale, e segue il carisma di monsignor Gaetano Mauro, sacerdote calabrese in odore di santità. Il Papa gli ha risposto per ringraziarlo della sua lettera: «Mi ha fatto bene. Ci penserò, pregherò e cercherò una risposta concreta», scrisse Bergoglio. Il 13 dicembre, nell'anniversario della sua nomina episcopale, papa Francesco gli ha telefonato: «Sei ancora disposto a partire?». Todisco, che ha compiuto 71 anni il 23 marzo scorso, ha risposto di sì e a marzo ha incontrato il nunzio in Italia per concordare le modalità del passaggio di consegne. Resterà a Melfi come amministratore fino alla nomina del suo successore.
Ai fedeli e al clero della diocesi ha spiegato così la sua scelta: «Qualcuno potrebbe pensare che, dietro questo mio desiderio di tornare in missione, si nasconda qualche altra motivazione legata a difficoltà, insoddisfazioni o desiderio di cambiare aria. Nulla di tutto ciò. Il vero ed unico motivo della mia richiesta a papa Francesco è stato sempre lo stesso: dedicare alla missione tutte le mie energie che, nonostante l’età, sono ancora buone e possono ancora fare tanto bene».
Le cronache ricordano mons. Todisco quando nell’agosto del 2015, scrisse una lettera all’ad di Fca, Sergio Marchionne, nella quale chiedeva di bloccare la produzione nello stabilimento melfitano dalle ore 22 del sabato alle 22 della domenica «per permettere a tutti i lavoratori di trascorrere l’intera giornata di riposo festivo assieme ai loro familiari». Nel febbraio scorso, con un decreto sperimentale che entrerà in vigore dopo l’estate, aveva abolito padrini e madrine: «Pur essendo brave persone», era il motivo, «non hanno però piena consapevolezza del ruolo da svolgere come testimoni della fede perché scelti con criteri parentali, amicali o sociali». E aveva affidato l'accompagnamento di battezzandi e cresimandi a genitori e catechisti. (Famiglia Cristiana - Antonio Sanfrancesco)
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