Massimo Milone: Francesco, il Papa in cammino
Occorre spiegare alla gente, ai potenti della terra e agli ultimi senza identità, ai credenti e ai non credenti, cosa significhino oggi parole come dialogo, inclusione, solidarietà, sviluppo, pace
“Francesco va compreso in cammino”. Ripete ai suoi interlocutori padre Antonio Spadaro, Direttore di Civiltà Cattolica. Ha appena dato alle stampe Adesso fate le vostre domande, i colloqui del Papa con i giornalisti e, ancora una volta, accende i riflettori sulla rivoluzione comunicativa di Francesco.
Il Papa che guarda negli occhi. Grandi e piccoli che siano i suoi interlocutori. Il Papa che “usa” i giornalisti per far “passare” la dottrina, il Vangelo, la fede. A cinque anni ormai di pontificato (marzo è vicino) appare più che mai nitida l’immagine di un Papa in costante uscita sulle strade del mondo. In un mondo lacerato da guerre, ingiustizie, fondamentalismi, populismi, mancanza di leader autorevoli e via dicendo. Papa Francesco è l’unico a dare risposte, certe. Come la sua fede. Genuina, sperimentata sul campo.
Un Papa che chiede ai media una responsabilità aggiuntiva che si chiama lealtà, verità, senso. Una lezione, ancora una volta, per un’informazione sospesa tra l’irruenza del web e le crisi profonde delle sue forme professionali tradizionali, un’informazione alle prese, almeno in Italia, con ricambi generazionali, che, al di là delle tecnologie, chiedono contenuti e valori forti.
Occorre, infatti, spiegare alla gente, ai potenti della terra e agli ultimi senza identità, ai credenti e ai non credenti, cosa significhino oggi parole come dialogo, inclusione, solidarietà, sviluppo, pace.
Occorre che la stampa accompagni processi di riconciliazione tra persone, comunità, paesi, popoli. Sarà possibile? Perché non iniziare dalle piccole cose? Prendiamo l’Italia, è campagna elettorale. Perché non raccontare il paese reale, con i suoi volti, le sue attese, le sue speranze e meno il teatrino di politicanti perennemente in lotta per un posto al sole? La crisi economica non è superata, la crisi della politica evidenzia una mancanza di visione.
Il giornalismo potrebbe giocare un servizio grande alla comprensione dei problemi e al raggiungimento del bene comune. Ed ecco, un’altra parola chiave del Papa argentino: bene comune.
L’obiettivo di una politica con la p maiuscola. In definitiva, una politica al servizio della gente e non del potente di turno. Pensate che vittoria, per il giornalismo italiano, poter raccontare il Paese in quest’ottica. Per qualche giorno, a Cagliari, il mese scorso, con la CEI che ha parlato di lavoro e di giovani, di iniziative possibili e di futuro, abbiamo registrato l’esempio di un racconto diverso. Ancora una volta, la Chiesa, per prima, si è sintonizzata con il paese reale. Manon abbiamo visto in questa offerta positiva di dialogo e di comprensione un grande riscontro nella, cosiddetta, stampa laica. La “grande stampa”.
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