fede

Le missioni notturne dell'angelo custode di Padre Pio

don Marcello Stanzione Shuttlestock / Common Wikipedia (Aleteia)
Pubblicato il 08-11-2020

Padre Gabriele Bove racconta un dialogo avvenuto una sera con san Pio

Padre Gabriele Bove racconta un dialogo interessante avvenuto una sera con san Pio. "E' bene che ciascuno dei vostri angeli stia con il suo protetto". Come si comporta l’angelo custode durante il giorno e la notte. Alcuni figli spirituali, lo hanno chiesto a Padre Pio da Pietrelcina. Ecco le sue risposte, in queste due testimonianze.

 

Margherita Cassano chiese una volta a padre Pio. “Padre mi hanno detto che la preghiera fatta in comune è più valida di quella recitata da sola secondo quanto ha detto Gesù, “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt18,20). Io recito il rosario sola in casa, sola per la strada, sola sul posto del lavoro”.

 

“Il saluto messo sulla bocca di un angelo”

Padre Pio le rispose così: “E perché mai non reciti il rosario con il tuo angelo custode?  L’Ave Maria l’affidi a lui e la Santa Maria Maria la riservi a te. L’Ave, come ci ha detto san Luca, è il saluto di Dio a Maria messo sulla bocca di un angelo, perciò è buona e bella cosa che ci siano anche gli angeli custodi a dirla”.

 

“Ogni angelo custode stia al suo posto”

Padre Pio si fa aiutare, tra l’altro, anche dal suo angelo per portare conforto alle anime, come, ad esempio, più volte fa per padre Benedetto, il suo primo direttore spirituale. A questo proposito, padre Gabriele Bove racconta un interessante episodio, che merita di essere riportato. Una sera, mentre sta accompagnando il frate a riposare, insieme a padre Gianbattista, cercando di confortarlo, gli dice:

 

“Non dubiti, […] il riposo di questa notte le gioverà; e poi…noi pregheremo il suo angelo custode che verrà a confortarla. Questa mia ultima espressione gli tornò talmente strana che, si scatto, arrestò il passo e, con voce robusta, mi gridò: “Ma che dici mai?…Addà ggirà (deve andare in giro) […]”. Poco dopo, nuovamente e con delicato accento, gli dissi: “Padre, se il suo angelo deve andare in giro a confronto dei malati ed a soccorso dei peccatori, permette che i nostri due angeli custodi ne prendano il posto”. “No, mai”; mi rispose con fermezza. “Anzi è bene che ciascuno dei vostri angeli stia con il suo protetto”. “Si, va bene; è giusto che si così, padre”; risposi con il padre Gianbattista […].

 

Prosegue padre Bove:

 

“Facemmo ancora pochi passi verso la sua celletta. Poi, prima che rientrasse, […] ci disse, sorridendo, con voce pacata: […] “Non si può mai sapere. E se questi angeli entrano in gelosia?”. Era una delle sue battute […]. Il suo angelo già si accingeva ad andare in giro per il mondo, in missione notturna”. Aleteia

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