fede

Il santuario più alto d'Europa

Antonio Tarallo valdisusaturismo.it
Pubblicato il 20-06-2021

Si trova a Rocciamelone, in Piemonte. La sua affascinante storia

Quando si prega si vola in alto. Quando si prega è come se l’anima tutta si elevasse a Dio. E allora quando pensiamo alla preghiera ci viene quasi naturale pensare al cielo e al sole, alle vette, e alle innevate montagne. Chi di noi non ricorda le immagini storiche di Giovanni Paolo II immerso nel bianco della neve delle Dolomiti? Preghiera, umanità e natura che si fondono in un tutt’uno. E, allora, viene quasi naturale pensare ai tanti santuari che si trovano immersi nelle montagne. Ce ne sono innumerevoli, ma uno in particolare detiene un record: è il santuario più alto d’Italia, e addirittura d’Europa.

 

Si trova a Rocciamelone, in Piemonte. Rocciamelone  è una montagna delle Alpi Graie della Catena Rocciamelone-Charbonnel, alta ben 3.538m, al confine tra la Valle di Susa e la Valle di Viù. L’origine del nome Rocciamelone è un po’ controversa. Infatti, da alcune fonti storiche il nome deriverebbe dal celtico “Roc Maol” dove  proprio”Maol” significa cima. Un altra fonte fa risalire  il nome dal ligure “Roc Mulun” o “Roc Mulé”, in relazione al termine “molek” che significa sacrificio. Nel medioevo, Rocciamelone era stata considerata la più alta cima delle Alpi.

Molti furono i tentativi di salire su questa montagna. Ad esempio, persino dei monaci dell’abbazia di Novalesa (località vicino Torino) cercarono di salirci. Così si legge negli annali dell’Abbazia, ma rinunciarono alla salita per via del vento e dalla grandine. Le  documentazioni riportano che la prima salita risale al 1 settembre 1358, probabilmente un primato nell’arco alpino. Questa prima salita la si deve a un voto fatto alla Madonna. Il crociato Bonifacio Rotario, catturato dai Turchi, si affidò alla Madonna, promettendo di dedicarle, qualora fosse tornato in patria sano e salvo, una statua sulla cima della prima montagna che avesse visto tornando in patria.

Bonifacio Rotario  salì con alcuni portatori, raggiungendo la vetta e portando con sé come ex voto un prezioso  trittico in bronzo inciso con il bulino, fatto realizzare a Bruges e dedicato appunto alla Madonna. Sistemò  l’opera in una cavità scavata nella roccia della montagna. Questo episodio storico diede vita  per secoli a popolari pellegrinaggi  verso la Madonna. Quel famoso trittico, ora, non è più collocato dove Bonifacio lo aveva deposto. Infatti, nell’agosto del 1673, un tale Giacomo Gagnor, soprannominato "il matto di Novaretto", fece un pellegrinaggio sul Rocciamelone e si portò via il famoso trittico dalla vetta recapitandolo poco tempo dopo al castello di Rivoli, convinto di fare un piacere al Duca di Savoia Carlo Emanuele II affinché potesse ammirarlo con la sua corte senza doversi sobbarcare la faticosa ascesa. Successivamente la preziosa opera fu collocata all'interno della cattedrale di San Giusto a Susa ove si trova tuttora.

Fu così che a sostituzione del famoso trittico si eresse una statua dedicata alla Madonna, sempre. Per la realizzazione della statua si attese fino al 1895 quando  nacque l’idea di costruire una grande statua dedicata alla Madonna. La realizzazione fu affidata allo scultore torinese A.G. Stuardi delle Officine Strada di Milano, l’opera fu finanziata da 130.000 bambini che accettarono di donare una moneta di due soldi per la realizzazione. Oggi particolarmente suggestiva è la messa al Santuario che avviene in occasione della Madonna della Neve il 5 agosto, richiamando centinaia di pellegrini che arrivano fino a 3500 metri per assistere alla celebrazione.

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