fede

I tre straordinari prodigi capitati alla bella clarissa Santa Beatrice De Silva

Gelsomino Del Guercio Creative Commons
Pubblicato il 01-03-2019

era l'ottava figlia di una nobile coppia portoghese

Beatrice De Silva era l'ottava figlia di una nobile coppia portoghese. Nacque nel 1426. Da giovane frequentava corti e ambienti di alta aristocrazia. Possedeva bellezza, dignità e gentilezza straordinarie. Tutti affermavano di non aver mai visto una nobile più bella nelle terre di Spagna e Portogallo.

Fino ai 23 anni visse in famiglia, ma nel 1447, la sua vita subì un profondo cambiamento. La principessa di Spagna infanta Donna Isabella, sua cugina di 19 anni, stava per sposarsi con Don Giovanni II di Castiglia e la invitava ad essere la sua dama nella corte spagnola. E lei decise di spostarsi da lei e vivere a corte.

Beatrice era molto devota alla donna che già all'epoca chiamava profeticamente Immacolata. Aveva dentro di sé il desiderio di vivere una esistenza profonda, dove la preghiera fosse protagonista. Intanto continuava a ricevere avances ed elogi anche a corte. Tutto questo le causò la gelosia della regina che un giorno la condusse nei sotterranei della corte per ucciderla. La rinchiuse in una cassa nella quale Beatrice, che non si oppose alla rabbia della principessa, sarebbe morta soffocata,

IL PRIMO MIRACOLO

Cominciava già a sentire mancanza d'aria. Solo il Cielo avrebbe potuto aiutarla. Fiduciosa, si rivolse alla Madonna: "O Maria Immacolata, soccorrimi!". In quello stesso istante, splendente, le apparve la Madonna vestita di bianco, con un manto azzurro, e con in braccio il Bambino Gesù.

"Figlia, non morirai. Ti mantengo in vita in modo che realizzi ciò che hai tanto desiderato. Fonderai un grande ordine religioso col nome di Immacolata Concezione; le sue figlie indosseranno un abito simile alle mie vesti e si dedicheranno a servire Dio in unione con me".

Estasiata da una tale visione, Beatrice rimase tre giorni nella cassa, piena di consolazione e di gioia, senza sentire il tempo che passava.

Suo zio, Don Giovanni di Menezes, che risiedeva anche lui a corte, notando l'assenza della nipote, andò a chiedere a Donna Isabella sue notizie. La regina lo condusse alla cassa, dove pensava di trovare soltanto un cadavere. Quale non fu la sua sorpresa! Quando aprì la porta, ne uscì Beatrice ancor più bella, splendente come un diamante, come si legge sul portale cattolico it.arautos.org.

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IL SECONDO MIRACOLO

Beatrice perdonò la sua padrona, che si era pentita, ma decise di lasciare gli intrighi di corte e cercare rifugio nel monastero di san Domenico il Reale, situato a Toledo. A quei tempi, era consuetudine che i conventi ospitassero persone di alto lignaggio che, senza obbligo di seguire la regola, vi conducevano una vita monacale.

Durante il tragitto, Beatrice incontrò due frati francescani che le parlarono profeticamente del futuro della sua fondazione. Quando però lei li invitò a cenare con la comitiva, nella successiva locanda, essi scomparvero agli occhi di tutti. Ella allora comprese che si trattava San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova, che la incitavano a continuare nella sua impresa.

Dopo aver varcato le soglie della clausura del monastero di san Domenico, la nobile dama coprì il suo volto con un velo bianco, che avrebbe usato fino alla fine della sua vita per occultare la sua bellezza agli uomini e offrirla soltanto a Dio.

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IL TERZO MIRACOLO

La regina Isabella, la Cattolica, figlia e successore di quella che aveva voluto togliere la vita a Beatrice, conobbe la neo monaca e l'aiutò nel suo scopo: dar vita a quel nuovo ordine di monache preannunciato dalla Madonna, facendole adibire un palazzo come primo convento.

La notizia della fondazione del nuovo monastero corse velocemente in ogni dove. Subito si presentarono varie candidate, molte delle quali di nobile famiglia, per appartenere all'Ordine delle Concezioniste Francescane, che sarebbe stato un ramo dell'Ordine dei Frati Minori. Tutte quante venivano istruite da Beatrice sull'austerità della vita monastica, la clausura, il silenzio e la mortificazione.

Intanto per il nuovo ordine mancava il via libera del Vaticano. E quando arrivò (il Papa aveva approvato la sua fondazione e la bolla di approvazione era stata inviata su una nave, via mare) accadde l'impensabile: la nave naufragò e la bolla fu andata persa.

Dopo tre giorni di preghiere, la santa madre aprì il cassetto di un mobile, di cui lei sola aveva le chiavi e si imbatté in una pergamena arrotolata, che non aveva mai visto prima. Sentì un forte odore di mare e il suo cuore trasalì: "Mio Dio, questa sembra la bolla pontificale!" La prese e notò un sigillo che pendeva da un filo; la srotolò un po' e poté leggere alcune parole in latino. Aveva tutte le caratteristiche di una bolla.

Per certificarsi che realmente si trattava di un miracolo, Beatrice inviò il documento al vescovo affinché le desse il suo parere: era la bolla Inter Universa, con l'approvazione pontificia dell'Ordine, datata al 30 aprile del 1489! Rimase conosciuta come la "Bolla del Miracolo". Secondo Beatrice questo miracolo avvenne per intercessione dell'Arcangelo Raffaele a cui si era appellata.

LA MORTE ANNUNCIATA DALLA MADONNA

Dieci giorni prima di morire ebbe in visione la Madonna che le preannunciò la dipartita. Morì il 16 agosto del 1491.

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