fede

I tesori di San Bartolomeo all’Isola Tiberina

Antonio Tarallo Miwok - picryl
Pubblicato il 30-08-2022

Fra le reliquie, quelle di San Massimiliano Kolbe

Un tesoro nascosto sull’isola: potrebbe sembrare il titolo di un libro d’avventura degno dello scrittore Daniel Defoe; l’isola potrebbe essere - chissà - quella di Peter Pan, oppure sperduta nell’oceano lontano. Nulla di tutto questo. Ci troviamo, invece, a Roma, in un isolotto a forma di nave sulle sponde del fiume Tevere: è l’isola Tiberina.

Il tesoro? Una grande icona dedicata ai Testimoni della fede del XX e XXI secolo, custodita sull’altare maggiore della Basilica di San Bartolomeo all’Isola. L’icona ritrae santi, beati che con la loro vita hanno testimoniato fino al sacrificio che l'amore vince sull’odio; che la guerra porta solo morte e distruzione, mentre la vita e l’amore portano solo Bellezza. Nulla di più attuale, visto il delicato momento che stiamo vivendo con di fronte le immagini insanguinate della vicina Ucraina.

Ma perché proprio in questa chiesa viene custodita questa immagine? È dal 1999 che la Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina è legata alla memoria dei nuovi “martiri”: in quell’anno, infatti, Giovanni Paolo II istituì una commissione per raccogliere la documentazione relativa a coloro che avevano dato la vita per Cristo nel XX secolo. Commissione che svolse il suo lavoro proprio in quella chiesa, compilando quasi dodicimila schede. Successivamente, nel 2002, la chiesa di San Bartolomeo divenne - per volere di papa Wojtyla - il “memoriale dei nuovi martiri” del nostro tempo. “Un crocevia della memoria”, così venne definito.

Molte sono le reliquie custodite nella Basilica: dal vescovo martire Óscar Arnulfo Romero al cardinale Juan Jesús Posadas Ocampo, ucciso dai narcotrafficanti all'aeroporto di Guadalajara; dal pastore evangelico Paul Schneider al contadino Franz Jägerstätter, oppositori del nazismo per obiezione di coscienza e testimonianza di fede; dal monaco e guida spirituale Sofian Boghiu, oppositore del totalitarismo comunista in Romania, a don Andrea Santoro, prete romano ucciso in Turchia. I quattro altari laterali sono dedicati ognuno ai martiri di un continente: Europa, Africa, Americhe, e Asia-Oceania-Medio Oriente. Altre due cappelle sono dedicate ai martiri del nazismo e del comunismo.

Tra le reliquie più significative figurano il libro di preghiere e una ciocca della barba di padre Massimiliano Kolbe. La ciocca fu tagliata da un barbiere polacco, prima che il martire fosse deportato ad Auschwitz. È tutto ciò che rimane del suo corpo, cremato nel lager nazista.

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