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I Santuari al mare

Mario Scelzo Pixabay
Pubblicato il 14-06-2021

Voglia di lasciarsi alle spalle un anno difficile

Tantissimi gli italiani che hanno affollato le località balneari per uno dei primi week- end della bella stagione, numerose le prenotazioni per alberghi e villaggi turistici nel periodo estivo. La chiusura delle scuole, il clima di lento ma graduale ritorno alla normalità reso possibile dal successo della campagna vaccinale, la voglia di lasciarsi alle spalle un anno difficile, tanti fattori che ci permetteranno di vivere una estate serena prendendo il sole sui lettini e godendoci i panorami del litorale italiano.

L’estate è per tanti anche tempo di sosta, di ritmi meno frenetici, di momenti da passare con le persone care, ed allora perché non abbinare al meritato riposo del corpo quello ancor più importante dell’anima e dello spirito? Vorrei proporvi tre santuari da visitare in località marittime, luoghi della grande bellezza ma anche siti evocativi di storie di immigrazione, di naufragi, del lavoro faticoso e paziente dei pescatori, di “miracoli del mare” ottenuti tramite l’intercessione dei Santi.

Il nostro viaggio inizia in Sardegna, ma … arriva fino all’Argentina ed in qualche modo coinvolge anche Papa Francesco! Sì, avete capito bene, Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires, città fondata nel 1580 dall'esploratore spagnolo Juan de Garay con il nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. La città fu battezzata con questo nome in onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna, prima tappa del nostro viaggio. Il nome "Bonaria" è il termine italianizzato derivante dal catalano bon aire (aria buona), con cui gli aragonesi ribattezzarono il colle dove fondarono la loro colonia nel XIV secolo. Questo nome successivamente si legò alla statua della Vergine, rinvenuta nel 1370 e custodita nell'antica cappella del castello, dal 1335 sede del convento dei frati Mercedari. Nostra Signora di Bonaria, dopo secoli di rifacimenti, oggi, col santuario trecentesco alla sua sinistra, è il tempio cristiano per eccellenza dell’Isola.

La leggenda narra che nel 1370, nel mezzo di una tempesta, una nave si liberò del carico. La bufera si placò appena gettata in mare una pesante cassa, che approdò sulla riva di fronte al colle di Bonaria. Dentro c’era una statua lignea: la Madonna con in braccio il bambino e in mano una candela, rimasta prodigiosamente accesa. In tutta la Sardegna si diffuse la devozione per la statua, che oggi è custodita nell’altare del piccolo santuario, primo esempio sardo di architettura gotico-catalana, costruito da Alfonso d’Aragona (1324) durante l’assedio ai pisani e donato ai mercedari.

Accanto i frati vi costruirono il convento, che tuttora abitano. Meno conosciuta, ma altrettanto suggestiva è la Chiesetta di Piedigrotta di Pizzo, in Calabria. Una chiesa tra leggenda… Un misto di storia locale e leggenda la rendono un unicum nel suo genere. Da centinaia di anni si tramanda la leggenda di un naufragio avvenuto intorno alla metà del ‘600: un veliero con equipaggio napoletano fu sorpreso da una violenta tempesta. I marinai si raccolsero nella cabina del Capitano dove era custodito il quadro della Madonna di Piedigrotta e tutti insieme iniziarono a pregare facendo voto alla Vergine che, in caso di salvezza, avrebbero eretto una cappella e l’avrebbero dedicata alla Madonna. La nave si inabissò e i marinai a nuoto raggiunsero la riva. Insieme a loro, si poggiarono sul bagnasciuga anche il quadro della Madonna di Piedigrotta e la campana di bordo datata 1632. Decisi a mantenere la promessa fatta, scavarono nella roccia una piccola cappella e vi collocarono la sacra immagine. Ci furono altre tempeste e il quadro, portato via dalla furia delle onde che penetravano fin nella grotta, fu sempre rinvenuto nel posto dove il veliero si era schiantato contro gli scogli. Non esistono documenti che possano comprovare questa storia, ma il culto per l’immagine è antico e molto sentito dalla popolazione e non sarebbe inverosimile che il quadro sia davvero il frutto di un naufragio. Attualmente la chiesetta di Piedigrotta è un luogo di culto cattolico, interamente scavata nelle rocce tufacee, situato un chilometro a nord di Pizzo, in località "La Madonnella". Al suo interno sono presenti diversi gruppi scultorei che l'arredano, anch'essi in tufo.

Restiamo in Italia ma cambiamo completamente scenario, dal Tirreno ci spostiamo all’Adriatico, lo risaliamo ed arriviamo ad ammirare la Chiesa della Madonna dell’Angelo di Caorle: eretta intorno all’anno 1000, sorge in una posizione incantevole affacciata sul mare, all’inizio della spiaggia di Levante, pertanto questo tratto di spiaggia è chiamato anche “Spiaggia della Madonnina”. La tradizione racconta che dei pescatori abbiano rinvenuto il simulacro della Santa Vergine galleggiare in mare sopra un blocco di marmo e nonostante gli sforzi dei pescatori, solo dei fanciulli incaricati dal Vescovo riuscirono a portare la Madonnina nella chiesetta. La croce apposta fuori dalla chiesa ricorda un prodigo avvenuto nel 1727 quando una spaventosa mareggiata ruppe gli argini. L’acqua invase tutto la cittadina senza che nessuna goccia penetrasse nel Santuario.

La diroccata chiesa dell’Angelo fu abbattuta e al suo posto venne costruito un nuovo tempio sacro con una sola navata al posto delle tre precedenti, consacrato nel 1751 e dedicato all'arcangelo San Michele e alla Beata Vergine dell’Angelo. Nel 2016 la porta del Santuario fu elevata a porta santa dal patriarca Francesco Moraglia durante il Giubileo straordinario della misericordia. Appena si entra nella chiesetta si può ammirare sopra l’altare maggiore il simulacro della Beata Vergine dell’Angelo protetto da una lastra di vetro, sulla destra si apre la cappella del crocefisso dove è conservato l’antico basamento su cui, narra la leggenda, poggiava il simulacro che galleggiava in mare. Il soffitto è affrescato ad opera di Gino Filippi con la scena del ritrovamento in mare della Madonnina.

Ogni anno la seconda domenica di luglio si svolge la Festa dell’incoronazione durante il quale la statua della Madonnina viene portata in processione accompagnata dal tradizionale incendio del campanile del duomo che la saluta all’arrivo il sabato e alla sua partenza la domenica. Un brevissimo commento in conclusione di questo articolo. Tante, troppe persone ancora oggi affrontano i mari in tempesta in cerca di un futuro migliore, possa la Madre di Dio nella sua infinita bontà e misericordia proteggere le “rotte dei migranti”, garantendo una navigazione sicura, protetti dalle tempeste del mare. Ancor meglio sarebbe lavorare per incentivare programmi come quello dei Corridoi Umanitari, una via sicura e legale per l’immigrazione, utile e necessaria a prevenire le tante, troppe morti causate dai naufragi, ma di questo ne parleremo in altre occasioni.

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