fede

Frate Daniele verso la beatificazione: fu figlio spirituale di Padre Pio

Redazione online Ansa - ALESSANDRO DI MEO
Pubblicato il 30-11--0001

Al termine di una solenne concelebrazione eucaristica che sarà presieduta, a partire dalle 16,30 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, dall’arcivescovo di Manfredonia – Vieste –  San Giovanni Rotondo, monsignor Michele Castoro, sabato prossimo, 5 novembre, si svolgerà la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità di frate Daniele da San Giovanni Rotondo, al secolo Michele Natale, figlio spirituale di Padre Pio, morto il 6 luglio 1994.



Beatificazione di frate Daniele, sabato la cerimonia

Con l’arcivescovo concelebreranno, tra gli altri, il ministro provinciale dei Frati minori cappuccini della provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, frate Francesco Colacelli, il postulatore generale dell’Ordine, frate Carlo Calloni, e il vice-postulatore dell’inchiesta diocesana, frate Mariano Di Vito. Terminerà, così, la prima fase della causa di beatificazione e canonizzazione, iniziata il 7 luglio 2012 con l’insediamento e il giuramento dei componenti del tribunale ecclesiastico (don Michele Nasuti, delegato episcopale; don Alessandro Rocchetti, promotore di giustizia; don Francesco Armenti, notaio; Luigi Gravina, notaio aggiunto) e dei componenti della commissione storica, composta da tre periti in materia storica ed archivistica (frate Cosimo Maria Vicedomini, Stefano Campanella e Marianna Iafelice).



Il tribunale ecclesiastico ha interrogato 52 testimoni

Nel corso dell’inchiesta diocesana per la beatificazione il tribunale ecclesiastico ha interrogato 52 testimoni, di cui 46 indotti (cioè “indicati dal postulatore nel libello di domanda”) e sei ex officio (tra cui i periti in materia storica ed archivistica), mentre la commissione storica ha raccolto gli scritti e gli altri documenti riguardanti la causa di canonizzazione. Gli originali delle trascrizioni delle deposizioni e di tutti gli altri atti costituiscono “l’archetipo”, composto da 2.551 pagine; ciascuna pagina dell’archetipo è stata fotocopiata e autenticata. Le copie conformi, che formano il “transunto”, sono state ulteriormente fotocopiate per realizzare la “copia pubblica”. Durante la sessione di chiusura i plichi dell’archetipo, del transunto e della copia pubblica saranno sigillati: il primo per essere depositato nell’archivio diocesano, le copie per essere consegnate alla Congregazione delle Cause dei santi, dove la documentazione sarà analizzata. (Secolo d'Italia)

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