Francesco: Dio non vuole fare un monologo, ma un dialogo
Il messaggio Urbi et Orbi del Papa
Dopo la messa della notte di Natale di ieri, Papa Francesco tiene il consueto Messaggio natalizio e la Benedizione Urbi et Orbi. Anziché dall'interno della Basilica, come successo nelle ultime occasioni, il Pontefice è tornato a parlare all'esterno dalla Loggia centrale di San Pietro. "Solo il dialogo conduce alla soluzione dei conflitti", ha detto Bergoglio. Poi ha citato Siria, Iraq, Yemen, Terra Santa, Libano. Papa: "Solo dialogo conduce a soluzione conflitti" “’Che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità?' (Enc. Fratelli tutti, 198). In questo tempo di pandemia ce ne rendiamo conto ancora di più. La nostra capacità di relazioni sociali è messa a dura prova; si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare a uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme", ha detto Papa Francesco nel suo Messaggio natalizio.
"E anche a livello internazionale c'è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo. Ma queste sole, in realtà, conducono alla soluzione dei conflitti e a benefici condivisi e duraturi”, ha sottolineato. In effetti, ha aggiunto, "mentre risuona intorno a noi e nel mondo intero l'annuncio della nascita del Salvatore, sorgente della vera pace, vediamo ancora tanti conflitti, crisi e contraddizioni. Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle". "Ma ecco, nel cuore della notte, il segno di speranza! Oggi, 'l'amor che move il sole e l'altre stelle' (Par., XXXIII, 145), come dice Dante, si è fatto carne - ha detto ancora il Pontefice -. È venuto in forma umana, ha condiviso i nostri drammi e ha rotto il muro della nostra indifferenza. Nel freddo della notte protende le sue piccole braccia verso di noi: ha bisogno di tutto ma viene a donarci tutto. A Lui chiediamo la forza di aprirci al dialogo. In questo giorno di festa lo imploriamo di suscitare nei cuori di tutti aneliti di riconciliazione, aneliti di fraternità. A lui rivolgiamo la nostra supplica".
“Non dimentichiamo Siria, Iraq, Yemen, Terra Santa, Libano” Il Papa ha poi citato alcune zone del mondo in cui si sono conflitti. "Pensiamo al popolo siriano, che vive da oltre un decennio una guerra che ha provocato molte vittime e un numero incalcolabile di profughi – ha detto –. Guardiamo all'Iraq, che fatica ancora a rialzarsi dopo un lungo conflitto. Ascoltiamo il grido dei bambini che si leva dallo Yemen, dove un'immane tragedia, dimenticata da tutti, da anni si sta consumando in silenzio, provocando morti ogni giorno. Ricordiamo le continue tensioni tra israeliani e palestinesi, che si trascinano senza soluzione, con sempre maggiori conseguenze sociali e politiche. Non dimentichiamoci di Betlemme, il luogo in cui Gesù ha visto la luce e che vive tempi difficili anche per le difficoltà economiche dovute alla pandemia, che impedisce ai pellegrini di raggiungere la Terra Santa, con effetti negativi sulla vita della popolazione. Pensiamo al Libano, che soffre una crisi senza precedenti con condizioni economiche e sociali molto preoccupanti". (Sky Tg 24)
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