fede

Coltivare e custodire

Giulio Cesareo
Pubblicato il 23-08-2022

Punto di vista della fede cristiana, sapienza di tutte le culture

“Basta un uomo buono perché ci sia speranza!” (Laudato si’ 71). Con questa breve frase possiamo riassumere il contributo che la fede cristiana può offrire alle gravi questioni aperte dalla crisi ambientale e climatica, nonché sociale e culturale, che è sempre più palese agli occhi di tutti coloro che non vogliono essere ciechi di fronte ad essa. Proseguendo il nostro viaggio alla scoperta del tesoro dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, dopo esserci soffermati a lungo sui diversi nodi problematici che sono al tempo stesso causa ed effetto della catastrofe ambientale, proprio con il Santo Padre vogliamo gettare uno sguardo al nostro mondo, malato ma prezioso, con gli occhi della fede in quel Dio che si è rivelato come nostro Padre e che San Francesco amava chiamare altissimo onnipotente buon Signore.

Se infatti i problemi sono complessi e chiedono l’apporto di tutti e approcci globali - e non semplici soluzioni tappabuchi - allora anche il punto di vista della fede cristiana insieme al contributo della sapienza di tutte le culture e di tutte le fedi, è utile e necessario. 

 

 

Di per sé la Bibbia si apre infatti con una valutazione estremamente positiva di tutto ciò che esiste, non solo perché è bello e utile all’uomo, non solo perché significativo in se stesso, non solo perché portatore di un valore intrinseco, ma soprattutto perché è un dono di Qualcuno a qualcun altro. E il dono, lo sappiamo tutti bene, è una realtà che non è solo trasmessa, ma anche affidata alla cura dell’altro. Il dono cioè mentre testimonia l’amore invita anche alla responsabilità di vivere, di alimentare quello stesso amore e di agire secondo le sue stesse logiche. Facciamo un esempio: se io regalo un maglione a un amico per il suo compleanno e lui lo usa per pulire a terra, io ci rimango male, perché usando quel maglione per una cosa per cui non era stato pensato, in realtà il mio amico mi sta dicendo che la mia amicizia non ha tanto valore per lui. Questo esempio così mostra in maniera chiara come il dono non sia solo una cosa trasferita da qualcuno a qualcun altro, ma è in fondo un consegnarsi e un affidarsi reciproco, attraverso la materia, che suscita un’etica, cioè una responsabilità personale molto chiara ed esigente: maneggiare con cura il dono per aver cura della relazione.

 

 

La categoria del dono ci aiuta a intuire il valore profondo, oserei dire straordinario, di cui il mondo è portatore. Esso infatti non è soltanto natura – osserva il Papa – ma creazione, cioè frutto dell’inventiva amorosa del Padre affinché i suoi figli – gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni latitudine – si scoprano amati. E come nel caso del maglione dire che il mondo è un dono non significa dimenticarne o misconoscerne il valore “in sé”; al contrario significa portare a compimento questo valore, questa bellezza, nella gioia di un incontro personale. In questo modo le cose cessano di essere solo qualcosa e diventano nell’amore il prolungamento di qualcuno. Per questo il comando genesiaco di coltivare il giardino della creazione non può essere compreso nella fede come un arbitrario dominio sul mondo. Al contrario è l’invito e il comando di vivere il mondo come la casa delle relazioni. 

In effetti il Papa afferma che i testi del libro della Genesi “ci invitano a «coltivare e custodire» il giardino del mondo (cfr Gen 2,15). Mentre «coltivare» significa lavorare un terreno, «custodire» vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future“ (Laudato si’ 67). Proprio a partire da questo punto di vista sono comprensibili e significative alcune norme bibliche che riguardano la relazione con l’ambiente e con il mondo animale: «Quando, cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido d’uccelli con uccellini o uova e la madre che sta covando gli uccellini o le uova, non prenderai la madre che è con i figli» (Dt 22,4.6). “In questa linea, il riposo del settimo giorno non è proposto solo per l’essere umano, ma anche «perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino» (Es 23,12)”(Laudato si’ 68). 

 

Viceversa – come nel caso del racconto biblico di Caino, assassino di suo fratello Abele – quando l’uomo interrompe o danneggia la relazione con i suoi simili o con la natura, quando cessa di coltivare e custodire il giardino delle relazioni, ferisce se stesso e la vita nella sua interezza è messa in pericolo. In effetti il giardino della fraternità, della giustizia e della cura della casa comune sono inseparabili e intercomunicanti. Tuttavia, come nel caso di Noè, poiché il Signore è sempre e solo l’unico Signore del mondo, il Pantocratore, colui che è sempre creatore e custode della creazione, “basta un uomo buono, perché ci sia speranza” (Laudato si’ 71). 

 

 

 

Francesco d'Assisi è proprio la prova che basta lasciarsi coinvolgere da questa logica e prassi della cura per riaprire una strada, per far ripartire un cammino di luce e benedizione che ci coinvolge e ci supera. “Se Dio ha potuto creare l’universo dal nulla, può anche intervenire in questo mondo e vincere ogni forma di male. L’ingiustizia non è invincibile” (Laudato si’ 74) perché ogni uomo e donna di buona volontà può attingere alla perenne creatività benefica di Colui che regge tutte le cose, l'altissimo e onnipotente buon Signore! Così, “il modo migliore per collocare l’essere umano al suo posto e mettere fine alla sua pretesa di essere un dominatore assoluto della terra, è ritornare a proporre la figura di un Padre creatore e unico” (Laudato si’ 75). “Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati” (Sal 148,3-5).

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