fede

CHI ERA SAN BERNARDO DA CORLEONE

Redazione online Famiglia Cristiana
Pubblicato il 12-01-2019

Nato nel 1605 a Corleone (Palermo), Filippo Latini fu avviato dal padre all’umile mestiere di calzolaio, ma presto lo abbandonò per darsi a quello della spada in cui, a 18 anni, si era fatta una certa fama. Focoso e cavalleresco, una volta. difese l’innocenza di una giovane insidiata da soldati spagnoli, e per la sua bravura fu chiamato «prima spada di Sicilia».

Provocato da un certo Vito Canino, invidioso dei suoi successi, si batté con lui a duello in piazza, ferendolo gravemente ad un braccio che poi venne amputato. Per sottrarsi alla vendetta dello sfidante, si rifugiò nel convento dei cappuccini, chiedendo di entrare nell’Ordine. Indossò l’abito francescano due anni dopo, il 13 dicembre1631 col nome di Bernardo e da quel momento con tutte le sue forze si diede alla penitenza. Destinato all’ufficio di cuoco, servì con dedizione umile e totale i confratelli, dormendo sopra un letto di tavole e sottoponendosi a rigorosi digiuni, mentre i superiori dovettero proibirgli l’uso di certi strumenti di penitenza. Divenne un mistico, amante della Passione e della Croce di Cristo.

Incerto se dovesse imparare a leggere, gli parve durante la preghiera di udire una voce che gli diceva: «Non cercare altro libro, ti basti quello delle mie piaghe». Nella chiesa dei cappuccini a Palermo è ancora in venerazione un crocifisso davanti al quale il santo passava lunghe ore del giorno e della notte meditando e pregando. Una volta gli parve di vedere Cristo che, intriso un pezzetto di pane nel sangue del suo costato, glielo porgeva, invitandolo a perseverare nella vita che aveva intrapreso.

Il demonio, che lo tormentava in vari modi, arrivò un giorno a bastonarlo nella sua cella con tanto fragore da impressionare i confratelli che lo udirono. Vi fu anche chi lo prese per bugiardo, ma egli sopportò tutto con pazienza e carità. Morì a Palermo il 12 gennaio 1667; beatificato nel 1768 da Clemente XIII, fu canonizzato il 10 giugno 2001 da Giovanni Paolo II. (Famiglia Cristiana).


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