Cardinale Bassetti, un pastore al servizio dei bisognosi, della pace e del dialogo
C'è anche il “soffio” di San Francesco di Assisi nella nomina del cardinale Gualtiero Bassetti a presidente della Conferenza episcopale italiana. Non solo “allievo” del priore di Barbiana, don Lorenzo Milani, e di Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze - dove il giovanissimo don Bassetti da vice parroco di una parrocchia fiorentina fu anche uno dei tanti “angeli del fango” accorsi da tutto il mondo per salvare le opere d'arte dalla grande alluvione del novembre del 1966. Ma anche fedelissimo “figlio” del Poverello e “fratello” sincero dei frati del Sacro Convento dove monsignor Bassetti, specialmente da quando è arcivescovo di Perugia-Città di Castello, è costantemente presente con visite private, di sapore tutto familiare, e incontri istituzionali. Come emerge chiaramente anche dal messaggio augurale scritto da padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco Patrono d'Italia, per la nomina del nuovo presidente Cei. “ Gioia e gratitudine dei frati del Sacro Convento di Assisi – scrive tra l'altro padre Fortunato – per la nomina del cardinale Gualtiero Bassetti a presidente della Conferenza episcopale italiana. Accompagniamo con affetto e preghiera, sulla tomba di San Francesco,l'importante e delicato ministero che gli è stato affidato. Siamo certi che con il suo cuore 'francescano' e la sua sensibilità spirituale saprà guidare la Chiesa italiana alla luce dei valori della pace, la solidarietà e la custodia del creato cari a papa Francesco. Viviamo questa gioia nella felice coincidenza della dedicazione della Basilica di San Francesco di Assisi”.
Al vertice della Conferenza episcopale italiana, dunque, papa Francesco ha nominato un vescovo “operaio” , amico degli “ultimi” per la sua costante vicinanza alle fasce sociali più deboli osservata sia da semplice sacerdote che da vescovo e da cardinale. Un pastore, diventato con la sua sensibilità pastorale, un po' francescano che, come lui stesso ha assicurato subito dopo la nomina papale, continuerà sempre ad essere al servizio dei bisognosi, della pace, del dialogo, della difesa della vita e dell'ambiente. Come ha sempre fatto, prima da sacerdote e poi da vescovo, arricchendo il suo lungo cammino socio-pastorale con una intensa ed originale vicinanza alle istanze dei poveri, delle famiglie in difficoltà e, soprattutto, dei carcerati, dei minatori e dei lavoratori, a partire in particolare dalla crisi delle acciaierie di Piombino durante gli anni in cui, prima di essere trasferito a Perugia, era vescovo della diocesi di Massa Marittima-Piombino su nomina di Giovanni Paolo II del 3 luglio 1994. Una scelta preferenziale per le fasce sociali più deboli della Toscana operaia che monsignor Bassetti continuerà ad osservare anche quando il 21 novembre 1998 sarà chiamato alla guida della diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro che prenderà sotto la sua protezione con l'imprimatur di “vescovo lavoratore, amico degli operai”, titolo a cui non rinunzierà nemmeno quando sarà vice presidente della Cei dal 2009 al 2014. Fatale, quindi, che la strada di Bassetti con un curriculum simile fosse destinata ad incrociarsi con quella di papa Francesco, eletto al Soglio di Pietro il 13 marzo 2013 dopo anni di attività pastorale nei sobborghi argentini accanto a poveri, ultimi e bisognosi con la stessa passione del nuovo presidente Cei. L'affinità elettiva che scoppia tra i due è immediata, tanto che tra i cardinali creati da papa Bergoglio nel primo Concistoro del febbraio 2014 ci sarà, non a caso, proprio Bassetti. Una scelta che spiazza, prima di tutti lo stesso interessato, che, senza nascondere sorpresa e comprensibile sconcerto, dichiara subito che mai si sarebbe aspettato di entrare nel collegio cardinalizio, ma che si sarebbe messo subito “al servizio del Santo Padre accanto agli ultimi e ai più bisognosi”. E per dare sostanza e continuità ai suoi primi propositi cardinalizi, a Perugia visita subito il carcere e l'ospedale cittadino, lo stesso gesto che il presule aveva compiuto all'indomani del suo ingresso nella diocesi perugina, il 4 ottobre 2009.
Il cardinale Bassetti - nato il 7 aprile 1942 a Popolano di Marradi, in provincia di Firenze - succede alla presidenza della Cei al cardinale Angelo Bagnasco. Con lui si può dire che per la Cei tramonta la stagione dei cosiddetti “valori non negoziabili”, formula che indica, in sostanza, una lunga serie di no “politici” (su coppie di fatto, comunione ai divorziati risposati, unioni omosessuali, famiglie formate al di fuori dal matrimonio tra un uomo e una donna...) varata dal cardinale Camillo Ruini e continuata, sebbene con modalità più sfumate da Bagnasco, chiamato nel frattempo alla presidenza dei vescovi europei. Con Bassetti la Cei dovrebbe essere traghettata verso quella Chiesa più attenta ai poveri e alle famiglie ferite tanto cara a papa Francesco e che il nuovo capo dei vescovi italiani ha sempre seguito sia da parroco che da vescovo.“Fin dal suo breve ma intenso episcopato al servizio della diocesi di Massa Marittima-Piombino – si legge in una nota dell'archidiocesi perugina - fu vicino alle famiglie dei minatori e dei lavoratori delle Acciaierie alle prese con una crisi difficile. A Perugia ha, fra l'altro, promosso il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica, e in meno di due anni nella diocesi, grazie alla generosa spinta di monsignor Bassetti, sono nati quattro empori della solidarietà della Caritas”. Grande, inoltre, l'attenzione per la famiglia, che Bassetti chiama “Chiesa domestica, senza la quale la società non ha futuro", un tema portato dal cardinale al centro del dibattito del Sinodo sulla Famiglia svolto in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015. Nelle Meditazioni sulla Via Crucis presieduta da Papa Francesco il Venerdì Santo 2016 al Colosseo, il cardinale sviluppa il tema della sofferenza, delle persecuzioni e della tragedia delle migrazioni.
Nei numerosi messaggi che ha rivolto ai fedeli delle diocesi da lui guidate nei suoi oltre venti anni da vescovo - "in charitate fundati" il motto del suo episcopato - si è soffermato spesso sulle morti nel lavoro e sulla crisi occupazionale, sulla politica che ha bisogno di un "sussulto profetico", sulla legalità nella gestione della cosa pubblica, sullo shopping domenicale che snatura il giorno del Signore, sulle "gravi piaghe sociali del nostro tempo", quali la prostituzione, il consumo di sostanze stupefacenti e di alcol, e il gioco d'azzardo. La vicinanza ai giovani è sempre stata un'altra costante del suo episcopato, messa a fuoco nei suoi interventi alle Giornate mondiali della gioventù. “Se Bassetti sarà inserito nella terna dei vescovi votati per la presidenza della Cei, eleggerò lui”, aveva confidato nei mesi scorsi papa Francesco. E' stato di parola.
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