Card. Bassetti: Padre Paris esempio di lode alla vita
Padre Modest Paris con il suo esempio ci insegna che la vita, in qualsiasi stadio e in qualsiasi condizione, merita di essere vissuta sempre
“Una testimonianza umana e sacerdotale di altissimo livello. Un impareggiabile servizio al valore della vita, dono di Dio: è la scelta di padre Modesto, che pur colpito da un male terribile come la sla, e pur consapevole di avere ormai poco tempo a disposizione, ha deciso di lodare fino all'ultimo suo respiro il Vangelo della Vita senza pensare a scorciatoie eutanasiche. Lui, padre Modesto, sorriderà alla vita fino alla fine, ma non dobbiamo lasciarlo solo. Come non dobbiamo lasciare soli tutti quelli che si trovano nelle sue stesse condizioni. E' pur vero che il religioso ha la forza del dono della fede, ma occorre evitare di farlo sentire abbandonato davanti a un male terribile come la sla, è un imperativo che ci interpella tutti, Chiesa, società civile, la sua congregazione religiosa, la parrocchia, credenti, non credenti, uomini e donne di buona volontà”.
Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città di Castello, il prelato nominato da papa Francesco alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), tra i primi casi che si è trovato davanti all'avvio del suo impegno alla guida del “parlamentino” dei vescovi italiani è la vicenda di padre Modesto Paris (60 anni), il religioso agostiniano scalzo nativo della Val di Non, in Trentino, parroco a Genova dove ha dato vita a numerose iniziative umanitarie per aiutare poveri, bisognosi, bambini abbandonati ed ammalati, lottando, contro il parere dei medici, fino alla conclusione dei suoi giorni in un letto d'ospedale, e vivendo compiutamente la sua vita sacerdotale e umana pur essendo consapevole che il “mostro” della sla non gli avrebbe concesso ancora molto tempo da vivere. Padre Modesto è morto il 31 maggio scorso a 59 anni, appena pochi giorni dopo aver scritto in esclusiva un articolo-confessione sulla sua vicenda personale per il settimanale Panorama che gli ha anche dedicato la copertina.Un testo di mirabile bellezza, autentico testamento spirituale, su cui era intervenuto, due giorni prima della sua morte, anche il neo presidente della Cei Bassetti esprimendo “umana ammirazione e infinita riconoscenza” per il religioso genovese, avvertendo che “di fronte a tragedia di questa portata non possiamo essere indifferenti ed essere solo spettatori. Padre Modesto, e tutte le persone che si trovano nelle sue stesse condizioni, non devono essere lasciate in solitudine a lottare contro il loro male”.
Ecco qui di seguito il testo integrale dell'intervista al cardinale Bassetti che, anche se padre Modesto non c'è più, ha conservato intatto il suo alto significato pastorale, umano e sacerdotale per una vicenda che non può non interpellare le coscienze di qualsiasi persona di buona volontà, credenti, non credenti, diversamente credenti.
Cardinale Gualtiero Bassetti, perchè insiste così tanto sulla necessità che padre Modesto Paris, anche se avrà sempre il conforto della fede, non deve essere lasciato solo?
“Per il semplice fatto che qualsiasi persona, in quelle condizioni, non deve mai sentirsi abbandonato. E' vero che padre Modesto ha la forza della fede e la ferma consapevolezza che la sua testimonianza a favore della vita fa parte del suo dna sacerdotale e della sua scelta umana. Lui in questi giorni difficili per la sua esistenza terrena ci sta insegnando che la vita, in qualsiasi stadio e in qualsiasi condizione, merita di essere vissuta sempre. Veramente una grande testimonianza di fede, di sacerdote e di amore per la vita. Ma non possiamo restare a guardare. Dobbiamo stargli vicino”.
Non è sufficiente che don Modesto sia di esempio per tutti, credenti e non credenti, specialmente in un momento in cui l'Italia è lacerata su tematiche delicatissime come l'eutanasia e il testamento biologico?
“Don Modesto, ma anche tanti altri malati nelle sue condizioni, sono esempi per tutti, credenti e non credenti, e diversamente credenti. Ma nessuno di queste persone va lasciata sola di fronte alle difficoltà del loro male e nei confronti di una scelta di vita difficile, controcorrente, spesso incomprensibile. Questi malati devono sentire che non sono abbandonati con le loro sofferenze. Sta a tutti noi dimostrarglielo con la vicinanza e l'affetto fraterno. Ma anche le leggi devono dare risposte in materia. Perchè qualsiasi persona, se lasciata al suo destino col dramma di una malattia che nel giro di pochi giorni potrebbe negargli la gioia della vita, potrebbe perdere di lucidità e lasciarsi andare verso scelte che in altri momenti mai avrebbe fatto”.
Papa Francesco, ma anche i suoi predecessori, si è sempre battuto per la difesa integrale della vita, dicendo anche “no alla cultura dello scarto”, per dire che la vita è sempre un valore anche in momenti difficili e delicati come può essere una malattia inguaribile.
“Gli scarti sono forse tali per il mondo ma non lo sono per gli occhi di Dio. Non c'è sofferenza o malattia, non c'è utilità o falsa dignità, che legittima la soppressione di una vita umana. L'ho sempre pensato sinceramente. Papa Francesco fa bene a ricordarcelo continuamente. Padre Modesto Paris ne è un esempio encomiabile. E non a caso l'ho anche scritto nel messaggio per il convegno su "La cultura della cura", organizzato a Roma da Scienza & Vita”.
Ma Bergoglio guarda anche alle famiglie ferite, ai divorziati risposati che chiedono i sacramenti, alle coppie di fatto e alle convivenze per le quali, dice, la Chiesa non deve voltarsi dall'altra parte. E nella lettera apostolica Amoris Laetitie lo dice chiaramente, ma alcuni cardinali non sono d'accordo. Lei che ne pensa?
“L'Amoris Laetitia è un capolavoro. E' il testo con cui papa Francesco chiede alla sua Chiesa di intervenire, come un ospedale da campo dopo una battaglia, per sanare le ferite, guarire chi vive nel bisogno con Misericordia senza dispensare sentenze e condanne mortali preventive. E' la nostra Chiesa. La Chiesa che sta servendo egregiamente anche padre Modesto Paris fino al sacrificio supremo. E' la Chiesa di Cristo”.
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