fede

550 anni di storia francescana a Termini Imerese

Daniele Marsala
Pubblicato il 11-02-2022

La chiesa di Santa Maria di Gesù

Lo scorso 2 gennaio la fraternità francescana ha ricordato i 550 anni dalla posa della prima pietra per la costruzione della Chiesa “S. Maria di Gesù” La Gancia.

Pertanto è importante delineare, anche se sinteticamente, una breve storia del francescanesimo a Termini Imerese e, in particolare, della nostra chiesa della Gancia. Come si ricompone un puzzle, anche questa ricostruzione prende vita dall’unione di tanti frammenti di storie, racconti e leggende. La fondazione della chiesa risale al 1472, (anno dell’approvazione della bolla Papale di Sisto IV); anche se nel testo del Solito viene indicato che nel 1471, si fabbricò il convento (dei padri osservanti di San Francesco), data che si riferisce alla concessione del terreno dei Bruno ai frati.

In seguito, il convento minacciava più volte in rovina, e fu ricostruito totalmente nei primi del 1600, e nel 1700, vengono svolti lavori di ristrutturazione e abbellimento, e, solo nel 1903, dopo il ritorno dei frati nella città, allontanati a causa della soppressione 550 anni di storia francescana a Termini Imeresedegli ordini monastici e delle corporazioni religiose nel 1866, dopo l’unificazione del Regno d’Italia, vengono realizzati i lavori che portano all’ultima drastica trasformazione del complesso.

I frati minori a Termini Imerese sono stati presenti fin dai primi anni del 1300. I della Scarpa e poi Conventuali a San Francesco, i Riformati a Sant’Antonio, i frati del Terz’ordine secolare a Santa Maria di Porto Salvo, oggi S. Anna, i Cappuccini prima in contrada San Girolamo, poi nell’attuale chiesa di S. Girolamo e S. Rosalia e per l’ultimo nel convento della Madonna della Catena fuori dalle mura cittadine. In particolare, l’ordine dei frati minori osservanti della regola di San Francesco d’Assisi, presenti nella nostra città a partire dal 1471 sono gli unici esistenti ancora oggi, con un breve periodo di assenza dovuto alla loro soppressione.

Sicuramente la storia di questo convento è la più misteriosa e affascinante perché lega le più grandi famiglie nobiliari vissute in città e nelle Madonie, alla costruzione e manutenzione architettonica e artistica della chiesa. Nobili, provenienti da tutta la Sicilia, e residenti a Termini Imerese, come le famiglie dei Bruno, Solito, Spinola, Tinaglia, Romano e Ventimiglia, Valanzone, Caro, Donato, Comitini, Statella, Speciale, Zavatteri, Ugone, Inguaggiato, Notarbartolo, La Barbera, Grimaldi, Montenegro, De Oria, Ottiaviamo, Buscattino, Bonafede, Cesari cercavano nella chiesa monastica un luogo di sepoltura e di culto del Santo della famiglia a cui erano legati.

La chiesa fu anche sede della seconda più grande Nazione Genovese presente nell’isola, dopo quella di Palermo. E’ una chiesa dove sono presenti opere d’arte di inestimabile valore artistico e culturale, come la più antica pietà marmorea al mondo della scuola Gaginiana (1480); la statua marmorea della Vergine della Visitazione di Giorgio Da Milano, patrona della città imerese (1600); l’olio su tavola medievale di San Giorgio che uccide il Drago, opera di Nicolò da Voltri, commissionata dal genovese Grifulsi mercante di Palermo; S. Francesco che riceve le stimmate, l’unica tela del pittore napoletano Vincenzo De Oria; i dipinti e i primi affreschi di Vincenzo La Barbera sui misteri dell’avvento e di Maria Vergine all’interno della cappella dei Bruno e gli stucchi del 1600 di scuola parlermitana nella cappella dei Tinaglia.

Sulla base dei racconti tramandati dai più anziani e veterani della fraternità francescana e dei documenti consultati, è possibile ricostruire le tradizioni e i culti presenti nella chiesa a partire dal 1900, tra i quali ricordiamo: il culto della Regina Pacis, nell’altare maggiore della Pace costituito nel 1918, alla fine del primo conflitto mondiale e la formazione di una confraternita femminile; l’antica processione dell’Ecce Homo, con la tradizionale liturgia quaresimale, nata nel 1600 con le processioni penitenziali francescane; il culto della Vergine Immacolata, venerato nell’omonima cappella della Famiglia Solito, non più esistente e continuato negli anni anche con la breve sosta della Madonna della Neve, durante il novenario di dicembre; la festa di S. Francesco, (oggi festa dei Santi Francesco e Chiara d’Assisi ) la cui origine risale al 1981, quando Fra Aurelio Montagna chiese alle Istituzioni e alla comunità francescana termitana di svolgere una marcia per la pace giorno 4 ottobre, in ricordo dell’ottavo centenario della nascita di S. Francesco.

A tempi più recenti risalgono il culto di S. Rita e della Madonna di Fatima, la rappresentazione della Passione di Cristo e i festeggiamenti in onore di San Paolino da Nola, protettore dei giardinieri, antica confraternita termitana, con sede nativa nella chiesa di S. Lucia.

Queste brevi notizie sono frutto di un lavoro e studio, che avrà breve epilogo, con l’uscita di un libro e di un documentario realizzato con la collaborazioni di tanti studiosi e amici termitani, dell’Archivio Storico della provincia dei Frati Minori di Sicilia, della Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo, dell’Archivio di Stato di Palermo, del Comune di Termini Imerese, della Biblioteca Liciniana, delle Biblioteche regionale e comunale di Palermo, dell’Archivio Apostolico Vaticano, al Parroco Don Antonio Todaro della parrocchia S. Nicola di Bari.

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