Liliana Segre ad Assisi, confini oltrepassati hanno segnato la mia vita
Padre Enzo Fortunato intervista la senatrice al Cortile di Francesco
Il primo giorno del Cortile di Francesco 2020, dopo l'apertura con l'inaugurazione della mostra Economia Fraterna e l'anteprima mondiale del cartone Francesco, si chiude con l'intervento della Senatrice a vita Liliana Segre, intervistata da Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi. Tra il pubblico anche il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, che ha portato i suoi auguri alla Senatrice Segre, per il suo compleanno e anche perché, come ha ricordato Padre Fortunato, tra pochi giorni, il 20 settembre, si festeggia Rosh HaShanah, uno dei tre Capodanni ebraici, rivolgendo gli auguri alla Senatrice: "È bello fare gli auguri a una persona che non si conosce, si approfitta di una festa di compleanno o di qualcosa di bello per augurare all'altro buona fortuna e buona salute, qualcosa di positivo", il saluto di Segre.
A proposito del titolo del Cortile di Francesco, Oltre i Confini, la Senatrice ha spiegato che "Questa parola, la frase, sui confini, mi tocca profondamente, sempre, per quello che i confini, ideali o geografici, possano aver contato nella mia lunga vita passata. E comunque i confini più veri sono quelli che ognuno di noi ha dentro di sé, con la forza di superarli o sottoscriverli, quando sono i confini oltre i quali non si può e non si deve andare. Ho una conoscenza personale dei confini che si possono e non si possono oltrepassare".
Padre Fortunato ha ricordato alla Senatrice la sua frase "Ho visto insegnare l'odio, mi ha guarita l'amore", che il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi ha paragonato Massimiliano Kolbe e il suo sacrificio: "Ricordo e conosco molto bene i luoghi - la risposta di Segre - dove l'odio veniva praticato, da persone che non erano pazze ed erano uguali a noi. Obbedivano a un credo orribile, che era il credo dell'odio verso l'altro, quello ritenuto diverso da te. Questa indigestione di odio io l'ho vissuta, sofferta e sopportate. Ce l'ho fatta a sopravvivere, ma dentro di me questo odio generava qualcosa che mi diceva, a me ragazzina stupida e ignorante, che non volevo essere come gli odiatori. È stata la mia forza e la mia debolezza estrema e lo è tuttora: io non volevo odiare e non voglio odiare e ci sono riuscita sopra le mie forze. Non sono una santa, ma sono riuscita a sentirmi superiore a quelli più forti di me".
E a proposito degli efferati fatti di cronaca degli ultimi giorni, con protagonisti i ragazzi, Segre ha commentato: "Ho già detto quanto ritengo debole il branco, che è ritenuto un gruppetto di cui si ha paura ma in realtà sono persone che hanno bisogno di travestirsi. Sono così deboli, quelli del branco, che chiedono di essere protetti". L'incontro si è concluso con un accenno all'Enciclica Fratelli Tutti che il Pontefice firmerà ad Assisi il prossimo 3 ottobre, dopo che già, a inizio Pontificato, Francesco aveva deposto una corona di fiori a Lampedusa, definito dalla senatrice Segre "un cimitero senza nome. Mi ricorda tanti gesti che non sono stati fatti, nell'indifferenza generale. Ma il Papa non è indifferente. La sua scelta di buttare i fiori in mare ripara il torto di tutti quelli che non ci hanno pensato un attimo a quel mare che si chiude su persone che rimangono senza nome per sempre. Quanto alla decisione di venire ad Assisi a firmare l'Encicicla Fratelli tutti - ha concluso Segre - trovo molto bello che un Papa che si chiama Francesco venga ad Assisi a firmare la sua Enciclica. Con la scelta di chiamarsi Francesco ha mostrato al mondo come sarebbe stato il Papa, e la scelta del titolo Fratelli tutti, in un tempo in cui non tutti sono fratelli, mi sembra eccezionale".
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