In cammino per il Friuli con una reliquia di Sant'Antonio
La staffetta di pellegrini parte da Gemona: "luogo francescano di indulgenze"
Cinque giorni di cammino, trasportando una reliquie di un osso di Sant’Antonio, per attraversare il Friuli Venezia Giulia.
Una staffetta di pellegrini ha percorso tra il 9 e 15 ottobre i 120 chilometri friulani del neonato tracciato del "Cammino di sant’Antonio”, inaugurato a giugno 2021 a Gemona del Friuli, in devozione ai luoghi attraversati dal frate francescano.
RELIQUIA EX OSSIBUS
In occasione delle celebrazioni antoniane per gli 800 anni della vocazione francescana di sant’Antonio e del suo arrivo in Italia, afferenti al progetto "Antonio 20-22", i pellegrini hanno trasportato questa reliquia ex ossibus di sant’Antonio, consegnandola di volta in volta alle comunità cristiane dei paesi di tappa ospitanti, per ripartire il mattino successivo.
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IL PASSAGGIO NEL 1227 COME “MINISTRO”
Il programma ha previsto due giorni di eventi a Gemona del Friuli sabato 9 e domenica 10 ottobre prima della partenza lunedì 11 direzione Majano. Le mete successive sono state Sequals martedì 12; Montereale Valcellina mercoledì 13; Polcenigo giovedì 14; Sacile venerdì 15 ottobre.
«Per sant’Antonio – spiega fra Paolo, francescano conventuale (OfmConv), coordinatore del progetto Antonio 20-22 –, quello a piedi lungo le strade friulane è un ritorno, perché queste contrade lo videro camminante e predicatore della Buona notizia del Vangelo negli anni intorno al 1227, quando, da ministro provinciale, di qui passò per incontrare i frati operanti nel territorio e il popolo di Dio loro affidato».
LA BOLLA PER ANTONIO, FRANCESCO, CHIARA
In particolare, è attestata la visita pastorale di Gemona del Friuli, porta nord del “Cammino di sant’Antonio”, in quanto sede della più antica chiesa mai dedicata ad Antonio, custodita all’interno del Santuario di sant’Antonio.
Proprio a Gemona, ricorda Il Messaggero Veneto, nella bolla di Papa Alessandro IV datata “1260 novembre 17 Laterano”, il pontefice concedeva 100 giorni di indulgenza a quanti nel corso dell’anno si fossero recati per devozione e in spirito di umiltà nella chiesa dei frati minori di Gemona in occasione delle tre festività dei santi Francesco e Antonio confessori e della Beata Chiara.
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