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Yemen, Mons. Hinder: Il Paese è spezzato, Regina della pace prega per noi!

Gabriella Ceraso - Vatican News ANSA/YAHYA ARHAB
Pubblicato il 27-06-2020

L'appello del Vicario Apostolico dell'Arabia meridionale. Ormai 5 anni di guerra.

"Collasso economico totale": a questo sta andando incontro lo Yemen a causa dei grandi tagli agli aiuti umanitari internazionali, del rallentamento delle rimesse, dell'indebolimento della valuta e della pandemia di coronavirus. Più di due milioni di bambini - denuncia oggi l'Unicef - sono malnutriti e 6.600 sotto i cinque anni potrebbero morire per cause prevenibili entro la fine dell'anno, nella peggiore crisi umanitaria del mondo. Dunque una “calamità senza precedenti”, secondo Mark Lowcock, sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite (Ocha), che ha lanciato un appello ai donatori perché ripristino i finanziamenti. “I prezzi del cibo sono aumentati del 10-20 per cento nelle ultime due settimane. Senza nuove iniezioni di valuta forte, questa situazione peggiorerà” e le rimesse inviate dagli yemeniti all'estero, potrebbero essere scese tra il 50 e il 70% da quando il coronavirus ha iniziato a incidere sull'economia globale.

I fondi ci sarebbero ma troppa è l'insicurezza

Questa è la realtà ma bisogna guardare oltre andare più in profondità. In sintesi, è questo il messaggio che fa ai nostri microfoni, monsignor Paul Hinder Vicario Apostolico dell’Arabia meridionale. "Secondo le informazioni che ho - spiega - posso dire che è vero sostanzialmente ciò che dice l'Onu e corrisponde alla brutta realtà dello Yemen. Ma forse sarebbe da aggiungere ciò che non si vede: non è tanto il denaro a mancare, i Paesi limitrofi e altri Paesi sono pronti a donare oppure hanno già dato anche miliardi. Il problema principale è che mancano strutture e reti affidabili all'interno del Paese per far passare gli aiuti.

Mancano strutture e reti affidabili Monsignor Hinder richiama drammaticamente l'attenzione sulla distruzione delle strutture sanitarie nel Paese, in più del 50% dei casi, e sull'insicurezza che "rende difficile, a volte impossibili i trasporti". "La divisione del Paese in almeno tre parti, quasi giurisdizioni differenti - prosegue il Vicario Apostolico - rende ancor più difficile un aiuto efficiente e coordinato e, senza una tregua tra i partiti dei belligeranti, interni e esterni, tutte le operazioni umanitarie resteranno almeno parzialmente paralizzate".

L'affidamento a Maria, Regina della pace A questa amara costatazione segue una preghiera. "
Da parte mia - sono le parole di monsignor Hinder - posso solo invocare la Regina della Pace perché preghi per lo Yemen e soprattutto perché quelli che hanno responsabilità comprendano la serietà e la gravità della situazione interna ed esterna dello Yemen. Io non vedo ad oggi come si possa venirne fuori: ci sono tante organizzazioni che cercano di fare il possibile per la popolazione anche se ciò che si può fare a Aden non sarà possibile farlo a Sana'a e viceversa. Questo è il dramma di questo Paese, un Paese "spezzato". E' basilare dunque che ci sia sicurezza - torna a dire in conclusione monsignor Hinder - insieme alla stabilità altrimenti anche le ong che collaborano con la Mezzaluna Rossa, l'unica finora a lavorare attivamente, possano essere attive a tutti gli effetti".

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