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Palmira strappata all'Is. A Mosul prosegue l'esodo dei civili

Redazione online Ansa - MATTIA BERNARDO BAGNOLI
Pubblicato il 02-03-2017

In Siria, i governativi avrebbero strappato Palmira agli uomini del sedicente Stato islamico, mentre in Iraq, prosegue la battaglia per la ripresa di Mosul Ovest, da dove i civili continuano a fuggire. Per il Pentagono sarebbero poche migliaia i miliziani dell’Is rimasti nei due Paesi.



Damasco ha ripreso il controllo di Palmira, cittadella patrimonio dell’Unesco strappata per la seconda volta ai miliziani dell’Is, che l’avevano riconquistata nel dicembre scorso, e dove sono stati commessi atroci massacri e distruzioni di beni artistici di inestimabile valore. A sostenere l’avanzata dei governativi, i raid aerei dei jet russi che però avrebbero anche bombardato, per errore, le forze curdo-arabe anti Assad alleate degli Usa. Una notizia data da fonti militari statunitensi e smentita da Mosca.



A Ginevra nel frattempo rischiano di saltare gli ennesimi colloqui di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite perché l’opposizione anti-Assad non intende includere il tema del terrorismo. Il Pentagono intanto avrebbe calcolato che i combattenti del sedicente stato islamico tra Siria e Iraq siano rimasti in poche migliaia, tra 12 e 15 mila, duemila dei quali si troverebbero nella città irachena di Mosul, al centro della battaglia tra governativi e jihadisti per la riconquista della parte occidentale, da dove finora sono fuggite almeno 28mila persone. Le conseguenze umanitarie della battaglia, denuncia l’ONU, sono rilevanti considerando che dal 25 febbraio scorso sono sfollate circa 4mila persone al giorno, bilancio destinato a crescere rapidamente.

(Francesca Sabatinelli - Radio Vaticana)

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