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Libia, altri respingimenti Onu: Torture sui migranti

Nello Scavo Ansa - Twitter SOS MEDITERRANEE ITA
Pubblicato il 05-02-2021

Il Paese resta a un passo dal caos

Più di 500 migranti messi in mare in meno di un giorno dai trafficanti libici. La gran parte riportati nei campi di prigionia, mentre solo ieri il Consiglio di sicurezza Onu ha trovato la maggioranza per riconoscere che in Libia serve «costituire e dispiegare rapidamente un'avanguardia» per monitorare il cessate il fuoco. Un'ammissione che segue il rapporto del segretario generale Guterrez, il quale smentisce che vi sia stato un miglioramento nelle condizioni di «migranti e rifugiati, comprese donne e bambini, che hanno continuato a essere regolarmente sottoposti a discriminazione, arresto, detenzione arbitraria, tortura».

Nonostante la narrazione ufficiale improntata a rassicurare, il Paese resta a un passo da nuove ondate di caos.

E la portavoce dell'Organizzazione Onu per le migrazioni (Oim) ribadisce che i 320 intercettati ieri dalla cosiddetta Guardia costiera libica «sono stati tutti portati in detenzione », ha commentato da Ginevra Safa Msehli, secondo cui «quando l'inazio- ne è una politica, morti, abusi e impunità diventano inevitabili ». Un messaggio chiaro per quanti, Italia in primis, continuano a cooperare nelle attività di cattura in mare.

Ieri la nave Ocean Viking ha completato in serata una seconda operazione di soccorso, dopo quella della mattinata, in cui aveva salvato 121 persone. Alcune ore dopo sono state tratte in salvo altre 116 persone, di cui 44 minori (tra essi vi sono 9 bambini di età inferiore ai 12 anni). Erano, riferisce Sos Mediterranée, a bordo di un gommone «strapieno e in pericolo ». Le tre nazionalità più rappresentate sono Costa d'Avorio, Mali e Sudan. La Ocean Viking, spiega la Ong, era stata avvisata del caso « da una email inviata da Moonbird, aereo di Sea Watch, alle autorità competenti » . Ora a bordo ci sono 237 persone, tra cui 101 minori, per la maggior parte non accompagnati.

Intanto la nave Astral di Open Arms, si è diretta nell'area di ricerca e soccorso maltese alla ricerca di un gommone con circa 20 persone, mentre altre imbarcazioni si troverebbero in aree imprecisate del Canale di Sicilia.

La Libia resta dunque l'osservato speciale. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha chiesto al segretario generale Guterres il dispiegamento di osservatori avviene in accordo con le parti libiche... (Avvenire)

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