Fragilità e speranza: l’esperienza del Piccirillo Handcraft Cent
Betlemme ha sofferto come nessun’altra città i lockdown ma ha preservato il laboratorio per ragazzi disabili
"Betlemme è la città che più ha sofferto il Covid in Terra Santa: il 90 per cento delle famiglie lavora nel turismo religioso". Sono parole di padre Ibrahim Faltas, francescano della Custodia di Terra Santa, responsabile delle scuole ma anche della struttura di accoglienza dei francescani "Casanova" a Gerusalemme. Padre Faltas spiega che la maggior parte delle famiglie di Betlemme non ha potuto pagare la retta in quest'ultimo anno e che i bisogni sono stati tanti. Racconta che i francescani hanno provveduto a sostenere più persone possibili, dai pacchi alimentari agli aiuti per le spese della casa. All'inizio infatti le persone hanno dato fondo ai risparmi, poi - sottolinea - sono arrivati alcuni aiuti, ma ora - avverte - l'unico modo per dare speranza a questa terra è la ripresa del turismo religioso. Per questo l'arrivo del primo gruppo di italiani, accompagnati dall'Opera Romana Pellegrinaggi della Diocesi di Roma è stato per padre Ibrahim "un segnale di speranza per una popolazione che la sta perdendo". Il francescano non nasconde che al problema del Covid si sono aggiunte anche le nuove tensioni tra israeliani e palestinesi.
Una risorsa dai più fragili
Nella tradizione della città dove è nato Gesù c'è tanto artigianato locale, soprattutto presepi e bambinelli di legno d'ulivo. In pandemia nessuno è passato a comprare nelle botteghe di Betlemme. Ma da qualche tempo i francescani, su inziativa alla vigilia del 2000 di padre Michele Piccirillo, francescano e archeologo, avevano rispolverato anche un'altra tradizione antica: quella della lavorazione della madreperla, accanto a quella del legno di olivo e della ceramica. A padre Piccirillo, scomparso prima dell'inaugurazione, è dedicato il particolare laboratorio nato per riproporre quest'arte antica: il Piccirillo Handcraft Center. È un laboratorio artigianale dove si fa soprattutto formazione ma che dà anche una chance di lavoro a chi non ne avrebbe, disabili e persone che vivono ai margini della società.
Samer Barboun, attuale direttore del Piccirillo Handcraft Center, ci racconta che non si fa vendita nei negozi di Betlemme per non interferire con le famiglie di piccoli commercianti locali che da sempre vivono di questo. Si fanno invece lavori su commissione. E questo, sottolinea, ha signfiicato che durante il lockdown il lavoro non si è fermato. Dai rosari ai calici per la Messa, dalle decorazioni per l'albero di Natale alle croci di ogni forma e dimensione: sono i prodotti realizzati in due piani del convento dei francescani a Betlemme che sono stati adibiti ad ospitare macchinari e materiali, insieme con tanti giovani che mettono in comune diverse disabilità ma anche tanta precisione e tanto impegno. Ogni anno - racconta Samer Barboun, che ha 40 anni - maestri artigiani formano decine di persone che possono poi mettere a frutto le loro competenze. Il laboratorio dà lavoro a circa 25 famiglie in maniera stabile e ad un'altra quarantina che fa piccole parti della lavorazione dalla propria casa. Attualmente, afferma, ci sono 100 persone impegnate. Passare dall'assistenza al lavoro è la sfida che si gioca a Betlemme. (Ascolta le interviste sul sito di Vatican News)
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