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Cristiani perseguitati, sono 80 milioni in più dell'anno scorso

Andrea Gagliarducci Pixabay
Pubblicato il 26-01-2021

La World Watch List di Open Doors

È dal 2002 che la Corea del Nord mantiene il triste primato della nazione dove i cristiani sono più perseguitati. E sul podio, anche questa una costante abbastanza frequente, ci sono Afghanistan e Somalia, seguiti poi da Libia, Pakistan, Eritrea. Per comprendere, però, la gravità della situazione servono i numeri: 80 milioni di cristiani in più perseguitati rispetto al 2019, 4761 persone uccise a causa della loro fede in Cristo, 4488 le chiese distrutte.

Sono i dati del rapporto che l’associazione cristiana (senza denominazione confessionale) Open Doors pubblica ogni inizio dell’anno. Si chiama World Watch List, copre il periodo che dall’1 ottobre 2019 al 30 settembre 2020, ed è una analisi ampia e documentata dei casi di persecuzione anticristiana nel mondo. Ma non sono solo cifre. Ci sono anche storie, e sono storie che, in molti casi, fanno rabbrividire. Se la Corea del Nord è triste primatista della speciale classifica, il posto dove i cristiani sono più uccisi è la Nigeria, al punto che si arriva persino a parlare di un quasi genocidio di cristiani nel Paese.

In totale, sono 80 milioni in più i cristiani perseguitati rispetto al 2019. Vengono uccisi in media 13 cristiani al giorno, mentre lo scorso anno sono stati arrestati senza processo e incarcerati 4277 cristiani e rapiti 1710. In Corea del Nord, “maglia nera”, si stima ci siano oltre 70 mila cristiani nei campi di lavoro per via della loro fede. Ma nella classifica sono da segnalare Yemen, Iran, Nigeria e India, che occupano dalla sesta alla decima posizione della classifica, mentre la Cina fa un balzo dal 23esimo posto del 2019 al 17esimo del 2020 a causa della nuove restrizioni alla libertà religiosa e di culto dei cristiani cinesi.

Quasi tutti i africani i primi cinque Paesi in cui sono stati uccisi più cristiani. Detto della Nigeria (3530 vittime), in classifica ci sono poi il Congo (460), il Pakistan (307), il Mozambico (100), il Camerun (53) e il Burkina Faso (38). I maggiori persecutori di cristiani sono gli estremisti islamici, particolarmente attivi nell’Africa subshariana, con gli attacchi di Boko Haram in Nigeria e Iswap in Camerun, o l’emergere di movimenti terroristici in Mozambico e Burkina Faso. Ma i cristiani sono perseguitati anche dai governi autoritari e totalitari (succede in Iran, Eritrea, Cina, Corea del Nord), o a causa del nazionalismo sfrenato, come in India e Turchia.

Dietro i numeri del rapporto, ci sono anche le storie. Sajida e Abida sono due sorelle pakistane, rapite, stuprate, assassinate e gettate in una fogna perché non hanno accettato di convertirsi all’Islam e sposare i loro rapitori. Assassinate, come anche gli ultimi due cristiani caldei che sono tornati al loro villaggio al confine con la Turchia, distrutto nel mezzo degli attacchi dell’esercito turco contro i curdi, nonostante le intimidazioni. In Pakistan, ci casi conversione forzata sono moltissimi. Uno degli ultimi casi è quello di Arzoo Raja, 13 anni, costretta alla conversione all’Islam e al matrimonio con un uomo di 40 anni, difesa da una sommossa di piazza che chiedeva di fermare i matrimoni con spose bambine. Non è andata bene invece alla piccola Marwa, 5 anni, nella colonia cristiana Essa Nagri di Karachi, violentata e uccisa. (AciStampa)

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