Arcivescovo di Lahore: Contro le armi nucleari, scegliamo la pace tra India e Pakistan
L'impegno di mons. Shaw per risolvere pacificamente la questione del Kashmir
Le “armi atomiche non saranno mai necessarie né usate se i leader mondiali rimangono fermi nell’impegno di costruire la pace globale”. Lo ha detto mons. Sebastian Shaw, arcivescovo di Lahore, la scorsa settimana, durante la cerimonia di commemorazione dello storico incontro tra san Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto, 800 anni fa.
L’arcivescovo interviene con un appello di pace in un momento delicato per la storia di India e Pakistan, contrapposti sulla questione del Kashmir. Mons. Shaw ha ricordato che entrambi i Paesi possiedono l’atomica. Per questo ha esortato i primi ministri Narendra Modi (India) e Imran Khan (Pakistan) a “scegliere la via del dialogo per stabilire la pace e salvare l’umanità”.
La cerimonia si è tenuta nella chiesa di St. Mary. L’evento è stato organizzato da p. Francis Nadeem, custode di Mariam Saddeeqa, la custodia dei Frati minori cappuccini del Pakistan. Egli ha sottolineato: “Oggi celebriamo gli 800 anni dall’incontro tra san Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto Al-Kamil. Promettiamo di diventare mezzi di pace nella nostra società, così come questi due grandi della storia ci hanno mostrato la via del dialogo”.
Lo storico incontro tra il cattolico e il leader musulmano ha ispirato un altro grande “abbraccio”: quello avvenuto lo scorso febbraio ad Abu Dhabi tra papa Francesco, capo della Chiesa universale, e il Grande imam di Al-Azhar, seguito dalla firma del “Documento sulla fratellanza umana”.
All’esperienza di questa fratellanza globale si riferisce anche mons. Shaw nel suono della “campanella della pace”, “in un gesto di unità e solidarietà con la comunità internazionale dell’Europa”, dove il 4 ottobre scorso sono risuonate campane di pace. Su quell’esempio, il vescovo ha chiesto di far risuonare anche le campane delle chiese del Pakistan, per “pregare per la pace”.
Prima di entrare in chiesa e celebrare la messa, tutti i sacerdoti, i laici e i fedeli presenti hanno acceso delle candele di pace, come segno di rinnovamento del proprio impegno a costruire una società armoniosa. P. Clarence Hayat, dei Frati cappuccini, ha ribadito “la spiritualità del dialogo” alla luce dello storico incontro tra i due leader religiosi. “Il dialogo – ha detto – è possibile perché ha il potere di costruire la pace”.
AsiaNews
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