Anche l'Iran in piazza: scontri contro l'aumento del prezzo della benzina
La rivolta dilaga e coinvolge anche la capitale. Decine di arresti; un morto negli incidenti a Sirjan
TEHERAN - Colpita dalle sanzioni economiche degli Usa, la Repubblica islamica iraniana ha aumentato il prezzo dei carburanti. E da venerdì scorso una "rivolta della benzina" si è diffusa in molte città del paese. Dopo gli aumenti decisi dal governo ci sono stati scontri in decine di città. Ci sarebbero almeno due morti confermati dalla polizia, ma secondo informazioni non verificabili sui social media le vittime potrebbero essere anche una decina. Il tutto mentre le forse dell'ordine iraniane hanno arrestato 40 persone nella provincia dello Yazd.
Questa mattina l'ayatollah Alì Khamenei, la guida spirituale del paese, ha difeso la decisione del governo, intervenendo direttamente con una sua dichiarazione: "Azioni di sabotaggio vengono messe in atto da teppisti sostenuti da potenze straniere, non dal nostro popolo. La controrivoluzione e i nemici dell'Iran hanno sempre sostenuto il sabotaggio e la violazione della sicurezza del nostro paese. Io non sono un esperto, ma quando tre istituzioni prendono una decisione, io la appoggio".
Khamenei si riferisce al fatto che il presidente Rouhani, il presidente del Parlamento e il capo del sistema giudiziario venerdì notte avevano motivato pubblicamente le ragioni dell'aumento del prezzo della benzina. Il prezzo passa da 10.000 rial a 15.000, ovvero da 8 centesimi di euro a 15, una cifra quasi ridicola per gli standard europei ma che va rapportata al fatto che l'Iran è una potenza petrolifera e soprattutto che i prezzi (sovvenzionati) sono relativi al valore generale della moneta nel paese.
Sulle proteste è intervenuto il segretario di Stato americano Mike Pompeo che si è rivolto al popolo iraniano: "Gli Usa vi ascoltano, vi sostengono, sono con voi". Ma il ministro dell'Interno iraniano, Abdolreza Rahmani Fazli, ha già minacciato un intervento molto più duro delle forze di sicurezza per ristabilire l'ordine. La rabbia della popolazione è esplosa dopo l'annuncio del razionamento della benzina e dell'aumento del prezzo: adesso ogni automobilista adesso può acquistare 60 litri di benzina al mese a 15.000 rial al litro rispetto ai 10.000. Ogni litro aggiuntivo costa 30.000 rial. Precedentemente era permesso acquistare fino a 250 litri a 10.000 rial per litro. Il governo si attende denaro per aiutare i poveri e gli incassi - stimati tra i 300 e i 310 mila miliardi di rial (2,55 miliardi di dollari l'anno) - saranno ridistribuiti alle famiglie in difficoltà. La misura è stata decisa per contrastare i contraccolpi delle sanzioni reintrodotte dagli Usa, dopo il ritiro dall'accordo sul nucleare iraniano, del 2015.
Le proteste più dure sono state quelle a Sirjan, dove è stato attaccato un deposito di carburante a cui la folla ha anche cercato di dare fuoco prima che intervenissero le forze di sicurezza. Altre manifestazioni di "portata limitata", scrive l'agenzia Irna, si sono tenute in diverse zone del paese: Mashhad, Ahvaz, Bandar Abbas, Birjand, Gachsaran, Abadan, Khoramshahr e Mahshahr. A Sirjan, nell'Iran centrale, "purtroppo una persona è stata uccisa", ha dichiarato Mohammad Mahmoudabadi, governatore ad interim della provincia, senza specificare le circostanze dell'accaduto.
Una folla di manifestanti ha dato fuoco invece alla sede della Banca centrale a Behbahan, nella provincia del Khuzestan. La polizia ha sparato sulla folla a Shiraz, ha affermato Farnaz Fassihi, giornalista che per il New York Times segue quanto accade nella repubblica Islamica. La reporter ha ritwittato il filmato di un giovane a terra, sofferente per una ferita, circondato da persone che cercano di aiutarlo. Nel filmato risuona il rumore di spari.
La protesta è stata organizzata anche a Teheran e la città è stata teatro di ingorghi creati intenzionalmente dai cittadini che protestano. I blocchi sono visibili anche su Google Map digitando i dati relativi al traffico: molti di questi rallentamenti sono causati proprio dal nuovo modo di manifestare contro il governo oltre che dalla neve caduta in queste ore (le autorità avevano chiuso le scuole e, di conseguenza, provato a ridurre il traffico in città): coloro che sono alla guida di un'auto comunicano le modalità di protesta attraverso la app Waze, indicando dove spegnere l'auto e causare l'ingorgo.
Repubblica.it
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