Raccontare, ricordare e fare storia
Tre simbolici tasselli che, a parere del Pontefice, qualsiasi operatore dell'informazione è tenuto a tener presente
«Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria (Es 10,2). La vita si fa storia». Ha un sapore tutto biblico la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che la Chiesa celebra il 24 maggio prossimo. Ma i riferimenti all'attualità sono sorprendenti. Ecco perché, anche se mancano ancora circa 5 mesi, l'argomento intorno al quale ruoterà la Giornata non ha mancato di suscitare commenti e riflessioni appena è stato annunciato in Vaticano il 30 settembre scorso.
Il tema dell'evento – giunto alla 54esima edizione – è stato infatti scelto da un passo del Libro dell'Esodo, secondo precise indicazioni di papa Francesco che, in un certo senso, ha voluto così nobilitare, e nello stesso tempo responsabilizzare, la professione giornalistica caratterizzata, secondo la visione di Bergoglio, da tre precisi momenti, il racconto (“Perché tu possa raccontare...”), la memoria e la vita che “si fa storia”. Tre simbolici tasselli che, a parere del Pontefice, qualsiasi operatore dell'informazione – della carta stampata, della radio, della tv, ma anche chi opera attraverso i social – è tenuto a tener presente.
Primo tassello, “Perché tu possa raccontare”: quattro parole che sostanzialmente indicano che la scrittura, il messaggio, il comunicare, il racconto… rappresentano beni preziosi irrinunciabili per la singola persona e per l'intera società. Per cui, chi scrive, chi invia messaggi, ma soprattutto chi opera nella comunicazione deve essere messo sempre nelle condizioni ideali di poterlo fare. Mai mettere bavagli, mai condizionare, mai limitare la libertà di espressione, di pensiero e di scrittura. Papa Francesco lo ricorda con quel “Perché tu possa raccontare” elevato a simbolo della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali 2020 istituita nel 1966 da un suo grande predecessore, Paolo VI, il papa intellettuale per eccellenza, l'abile traghettatore del Concilio Vaticano II concepito da Giovanni XXIII che aprì, non a caso, la Chiesa al mondo contemporaneo sulle ali del dialogo, dell'incontro e delle libertà. Missione portata a termine da un altro grande campione della libertà di pensiero (religioso, politico, umano...), Giovanni Paolo II, traghettatore a sua volta della stessa Chiesa verso il Terzo Millennio.
Secondo tassello, la memoria, fondamentale per la vita di ogni persona, ma indispensabile per chi è chiamato a scrivere e a comunicare. Papa Francesco con la scelta del tema «sottolinea come sia particolarmente prezioso, nella comunicazione, il patrimonio della memoria», si legge nella nota diffusa dalla Sala stampa vaticana per presentare la Giornata Mondiale. «Tante volte – spiegano Oltretevere - il Papa ha sottolineato che non c'è futuro senza radicamento nella storia vissuta. E ci ha aiutato a comprendere che la memoria non va considerata come un "corpo statico", ma piuttosto una "realtà dinamica". Attraverso la memoria avviene la consegna di storie, speranze, sogni ed esperienze da una generazione ad un'altra».
Terzo tassello, “la vita si fa storia”. Nel tema scelto da papa Francesco viene fuori con estrema chiarezza “che ogni racconto nasce dalla vita, dall'incontro con l'altro”. Per cui “la comunicazione è chiamata a mettere in connessione, attraverso il racconto, la memoria con la vita. Gesù faceva ricorso alle parabole per comunicare la forza vitale del Regno di Dio, lasciando agli ascoltatori la libertà di accogliere questi racconti e riferirli anche a se stessi». «La forza di una storia – spiega ancora la nota della Sala Stampa della Santa Sede – si esprime nella capacità di generare un cambiamento. Un racconto esemplare ha una forza trasformativa. Lo sperimentiamo quando ci confrontiamo, attraverso il racconto, ad esempio con le vite dei santi. Un punto che, ultimamente, il Santo Padre ha ripreso rivolgendosi al Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, quando ha esortato a comunicare la "grande ricchezza" offerta dalla testimonianza di vita dei martiri».
In definitiva, dal tema della prossima Giornata delle Comunicazioni emerge che ancora una volta al centro della riflessione, il Pontefice pone la persona con le sue relazioni e la sua innata capacità di comunicare. «Il Papa chiede a tutti, nessuno escluso – ricordano infatti in Vaticano –, di far fruttare questo talento: fare della comunicazione uno strumento per costruire ponti, per unire e per condividere la bellezza dell'essere fratelli in un tempo segnato da contrasti e divisioni». Ed i primi destinatari di un messaggio tanto impegnativo non possono non essere che gli architetti della scrittura del Villaggio Globale, vale a dire i giornalisti.
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